Oriocenter, il più grande d’Italia
Nuova ala, un gigante da 120 milioni: Percassi ne investe 40 sul cinema e la ristorazione
Nasce da un maxi investimento la nuova ala di Oriocenter, sul territorio di Azzano San Paolo: 120 milioni suddivisi tra la Finser del gruppo Percassi, che ne ha investiti 40, e la Commerz Real Ag, banca tedesca, che ne ha messi 80. Il centro commerciale, che diventa così il più grande d’Italia, avrà 280 negozi in più. E la Finser di Percassi controllerà la nuova ala food, dove è attesa l’apertura di catene note in tutto il mondo.
L’investimento Percassi ha messo più di 40 milioni su cinema e ristorazione, altri 80 da Commerz Real Ag Siamo diventati un po’ cari, come i calciatori della nostra Atalanta Antonio Percassi Ai partner tedeschi
Gli affari sono affari, immobiliari e commerciali, ma in questo momento di «euro-euforia», la visione di Antonio Percassi riesce ad essere «atalantacentrica» anche su una delle sue prime intuizioni imprenditoriali, Oriocenter, che con la nuova extension di 35 mila metri quadrati diventa da domani il più grande centro commerciale d’Italia. Per dire. L’Imax, con doppio proiettore e lo schermo più grande d’Europa, superficie di 450 metri quadrati, come tre appartamenti messi insieme, sarà «fantastico per vederci le partite in trasferta» (indovinate di chi?), afferma il patron nerazzurro che, rivolto ai partner tedeschi e agli amichevoli legami che intercorrono tra di loro ormai da 17 anni, apre a futuri investimenti: «D’accordo, siamo un po’ come una famiglia, ma guardate che siamo diventati cari, come i giocatori dell’Atalanta».
Così l’atmosfera, nella presentazione ieri a Milano della nuova ala che porta il centro a 105 mila metri quadrati per complessivi 280 esercizi, 7 mila posti auto, (compresi un hotel e pure una Smart Clinic) ha ricordato per certi versi l’entusiasmo del raduno di campionato. Tutta la squadra del «Big and Unique Oriocenter», questo lo slogan rappresentato da un gorillone con una farfalla al naso, cioè grandezza e bellezza insieme, ha funzionato. «Tante grazie a tutti — ha concluso Percassi — ai partner, ai progettisti, al direttore Pizzagalli e al geometra Torriani. Venite a vedere che cosa abbiamo fatto». L’invito del presidente non è arrivato a caso, perché del nuovo Oriocenter si è visto il «fuori» (2 milioni le ore di lavoro delle maestranze) e non il «dentro». Zero foto (o quasi), per non rovinare l’effetto sorpresa dell’inaugurazione di domani, e molti numeri. I più importanti, quelli finanziari, fissano in oltre 120 milioni di euro l’investimento di questa Fase 3 (che segue la fondazione 1998 e il primo ampliamento nel 2004, con 200 negozi e 75 mila mq) ripartiti tra la Finser di Percassi e Commerz Real Ag. In capo alla divisione immobiliare della seconda banca tedesca (32 miliardi di asset in gestione nel mondo) vanno ascritti circa 80 milioni di euro, che si aggiungono ai 330 già investiti in Oriocenter. Con 410 milioni totali, insomma, (poco meno del miliardo complessivo investito in Italia), i partner tedeschi sono proprietari della parte immobiliare e commerciale del «vecchio» centro e della parte immobiliare e retail della nuova ala. Alla Finser, che ad opera ultimata avrà sborsato una cifra verosimilmente vicina ai 40 milioni di euro, resterà di proprietà — anche immobiliare — tutta la Food Court, l’area della ristorazione distribuita su due piani e l’area Cinema.
Sul nuovo «Oriogorilla», Percassi si è tagliato una fetta precisa, una segmentazione di marketing netta: il cibo in tutte le sue salse, italiane ed internazionali. Mangiare nell’area food, posta al primo piano con 21 nuovi esercizi e 800 posti a sedere, si preannuncia come «un’esperienza scenografica» per via dell’innovativa architettura con volte in legno. Il resto lo farà l’appeal di certi marchi mondiali attesi dai cultori del genere che Percassi ha intercettato, tra cui wagamama, primo ristorante del noto brand asiatico ad aprire in Italia, e Kfc (pollo fritto), solo per citarne un paio. E ancora Beaudevin (gruppo Autogrill), WellDone (hamburger Gourmet), Roadhouse (carne alla griglia), Venchi (cioccolato), Farinella (moderna trattoria), Antica Focacceria San Francesco (Feltrinelli) e Dispensa Emilia (tigelleria). Dal secondo piano della Food Court, invece, si potrà accedere al nuovo cinema multisala, inserito nel circuito Uci: 14 sale, 2.500 posti a sedere e spettacoli dalle dieci di mattina alle undici di sera. Capitolo negozi. Alle due anteprime italiane assolute Under Armour (abbigliamento e scarpe sportive americane) e Thule (valigeria svedese) si aggiungono marchi noti: Emporio Armani, Coach, Hugo Boss, Baldinini, Michael Kors, Furla, Weekend Max Mara, Twin Set, Elisabetta Franchi, Lacoste, Liviana Conti, &Other Stories, Sandro e TTrussardi. Non alta moda, con prezzi inavvicinabili, ma gran bella moda più abbordabile. Per i visitatori (10 milioni lo scorso anno) il pacchetto Oriocenter è pronto: shopping, cibo e divertimento, mentre Percassi preannuncia accordi nel 2018 in Asia per l’apertura di nuovi centri commerciali. La Cina è vicina, ma più vicina ancora è l’Europa. Anzi, ed è questo che lo fa sorridere, quella è già qui.