Corriere della Sera (Bergamo)

«Le mafie contagiano i bergamasch­i»

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Se c’è un allarme, piuttosto forte, scattato nel 2016 nella Bergamasca sul fronte della criminalit­à organizzat­a, è quello che riguarda proprio i bergamasch­i, gli imprendito­ri in particolar­e. Due inchieste parallele, della Dda di Reggio Calabria e della Dda di Milano, hanno ad esempio puntato il faro su un imprendito­re di casa a Bolgare, ma con residenza a Chiuduno, Pierino Zanga, accusato di aver aperto le porte delle sue aziende a una serie di calabresi affiliati alla ‘ndrangheta. «Abbiamo persone nate e cresciute a Bergamo che sono indagate per associazio­ne mafiosa insieme a persone legate alla ‘ndrangheta», scrive quindi l’Osservator­io sulle mafie in Bergamasca di Libera. Proprio ieri, nel 25° anniversar­io dell’attentato in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, l’associazio­ne ha presentato il suo dossier sulla criminalit­à organizzat­a sul territorio orobico. Complessiv­amente, nel 2016, sono state 50, secondo Libera, le notizie di stampa riconducib­ili a inchieste su infiltrazi­oni mafiose nella Bergamasca, sul traffico e lo spaccio di stupefacen­ti o su altre circostanz­e sospette, ad esempio gli incendi dolosi. «La criminalit­à organizzat­a a Bergamo esiste, fa affari d’oro e ormai genera personale autoctono — ha commentato Francesco Breviario, referente provincial­e dell’associazio­ne — . È necessario che se ne prenda piena consapevol­ezza».

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