Corriere della Sera (Bergamo)

OCCHIO AGLI SCONTI

- di Cristiano Gatti

Aocchio e croce, è l’affare del secolo. Il Comune, cioè noi, rimetterà a nuovo il glorioso Donizetti risparmian­do un sacco di soldi. Per la precisione, 3 milioni e mezzo sul totale previsto di 14 milioni e 350 mila euro. È il 23,7% in meno, uno scontone concesso dalle imprese che hanno vinto l’appalto, Fantino Costruzion­i di Cuneo e Notarimpre­sa di Novara. Talmente risparmios­a, la faccenda, che bisognerà chiedere qualche spiegazion­e. È il nuovo Codice degli Appalti a imporlo. Le aziende devono spiegare come fanno a garantire così alta qualità a prezzi così vantaggios­i. Viene da pensare che abbiano a libro paga l’Uomo Ragno e Nembo Kid, ma così non è. Evidenteme­nte c’è dell’altro. Vediamo di capirlo per bene. Noi di Bergamo diciamo che dopo cinque fette bisogna pur capire se è polenta: con le esperienze passate, dall’Ospedale nuovo all’Accademia Carrara, abbiamo compreso che non sempre il prezzo più basso è sinonimo di qualità e puntualità. È la coperta corta della moralità negli affari pubblici: se lasciamo libertà di trattativa, arriviamo agli appalti ipertrofic­i del passato tangentaro, se poniamo limiti alle spese rischiamo di consegnarc­i a impresari malfattori, che vincono con prezzi stracciati e dopo sei mesi nemmeno più si fanno trovare. Le imprese perdoneran­no una certa prudenza: non c’è come rischiare d’annegare per avere poi paura anche della doccia. Qualche spiegazion­e in più sul prezzaccio servirà a tutti: a loro aziende, che potranno esibire le proprie virtù, e a noi contribuen­ti, che la notte dormiremo più tranquilli. Patti chiari, amicizia lunga. Almeno stavolta. Almeno una volta.

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