IDENTITÀ EFFIMERE E CONTRADDITTORIE LA SOCIETÀ LIQUIDA
Come tutti i tifosi atalantini, da tre giorni cammino su una nuvola. Ogni tanto sorrido senza ragione, talvolta mi ritrovo gli occhi umidi. Quella di giovedì sera non è stata solo una partita di calcio, è stato qualcosa che ha coinvolto un’intera comunità in modo molto complesso e profondo. Il calcio sa esprimere incredibili forme di adesione a un’identità, un’identità capace di superare barriere insormontabili: ferventi nerazzurri sono il segretario leghista Daniele Beco lotti e quello democratico Federico Pedersoli, per esempio. Sulle tribune del Mapei Stadium, l’altra sera, a nessuno importava altro, mentre abbracciava il tizio che gli stava vicino, che non fosse la fede nell’Atalanta.
Oggi proprio Belotti è il padrone di casa, a Pontida, della tradizionale festa della Lega. Smessi i panni del tifoso, lui, e molti con lui, indosseranno quelli del militante per rivendicare una loro idea di identità etnica, politica e morale fatta di monolitiche cer- tezze. Da sempre la Lega è il partito del «noi» contrapposto a «loro».
Identità, appunto. Ma cos’è l’identità, dunque? Forse proprio la serata di giovedì porta una risposta. Oggi l’identità non è più qualcosa di univo- e automatico, ma qualcosa di trasversale e temporaneo. In una società «liquida» possiamo essere, a turno, molte cose diverse. Le identità del Novecento, date una volta per tutte come nel cast di un film, si sono dissolte in un caleidoscopio di identità provvisorie, talvolta contraddittorie. È anacronistico allora rivendicare, come fa la Lega, un’identità granitica e indiscutibile. Tanto è vero che chi poi cerca di mettere in pratica quei principi, finisce nel ridicolo. Come Luigi Carozzi, proprio il sindaco di Pontida, autore di un maldestro tentativo burocratico-ideologico di definire una figura apparentemente semplice come quella di «mamma».
Società «liquida» Possiamo essere, a turno, cose diverse. Identità provvisorie, talvolta contraddittorie