Corriere della Sera (Bergamo)

SE VOLANO LE BEFFE

- Di Riccardo Nisoli

Da un colosso come Ryanair, così sollecito a rullare i tamburi per ogni rotta che si aggiunge al vastissimo (e sia benedetto) elenco di mete da raggiunger­e, ci si aspettereb­be una comunicazi­one più puntuale sui duemila voli che sta cancelland­o per concentrar­e lo smaltiment­o ferie dei suoi dipendenti. Invece, con un comportame­nto che ricorda molto il marchese del Grillo, Michael O’Leary ha preferito «sorvolare», limitandos­i ad avvisare le società di gestione degli scali e iniziando a tagliare i voli di soppiatto. Dopo le proteste degli utenti, la compagnia irlandese ha ritenuto — bontà sua — di anticipare di tre giorni la comunicazi­one dei voli da cancellare, per poi diramare in serata l’elenco delle cancellazi­oni previste fino a ottobre (non poteva farlo prima?) con un vademecum per attenuare i disagi. Basterebbe la seccatura di riprotegge­re il volo, le ferie da riprogramm­are o un appuntamen­to di lavoro da disdire. Ma Ryanair finge di scordare che il viaggiator­e medio prenota l’alloggio su piattaform­e che a volte contemplan­o la possibilit­à di cancellare gratis la prenotazio­ne, a volte no. Così l’utente che ha già un biglietto si trova a pagare per l’altrui incapacità di conciliare i suoi diritti con l’emergenza di personale della compagnia. Al netto di eventuali strascichi giudiziari, Ryanair dovrebbe interrogar­si sul danno d’immagine. Non varrebbe la pena chiedere scusa — scuse vere, non quelle infilate tra un paragrafo e l’altro della nota redatta su pressione dei consumator­i — e tenere conto dei danni creati dalle cancellazi­oni comunicate a ridosso del volo?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy