Fingerpools Il sito per prenotare piscine esclusive
Inventato da due bergamasche, Fingerpools è già utilizzato anche in Costa Rica
Almeno una volta l’abbiamo pensato tutti: quanto vorrei tuffarmi nella piscina di quella bella casa. Grazie all’idea di due bergamasche, ora è possibile. Paola Carobbio, 43 anni, e Beatrice Adorni, 28, hanno inventato Fingerpools, una piattaforma di sharing economy che consente a chi non ha una piscina di nuotare in quella degli altri.
Chiunque disponga di una piscina, dalla villa privata, all’albergo, al circolo di tennis, alle terme, può metterla a disposizione nei giorni e negli orari che preferisce, stabilendo il proprio prezzo e proponendo eventuali servizi aggiuntivi, dal cocktail all’asciugamano. «La struttura può anche specificare a quali clienti si rivolge — spiegano Paola e Beatrice —. Ad esempio, può rendersi disponibile ad accogliere famiglie o solo coppie gay, oppure specificare che sono ben accetti i naturisti, che non sempre trovano luoghi adatti alle loro esigenze».
Chi si propone come piscina ospitante, dunque, non solo può «ottenere un guadagno extra, utile in molti casi a coprire i costi di manutenzione della vasca», ma, soprattutto nel caso di privati, fare nuove conoscenze: «Uno dei nostri partner italiani spera di ricevere turisti stranieri per parlare l’inglese, un altro vorrebbe farne si degli amici». Attualmente le strutture presenti sul sito (www.fingerpools.com) sono dislocate in nove paesi, dall’Italia (Bergamo compresa) all’Indonesia, alla Grecia, alla Costa Rica, ma l’obiettivo è quello di continuare ad espandersi. «Se si escludono quelle non registrate, nel mondo ci sono più di 22 milioni di piscine — dice Paola —. Il mercato è vasto e in questo momento ci stiamo concentrando sulle zo- dove sta arrivando il caldo». Se quindi per fare un tuffo a Bergamo si è quasi fuori tempo massimo, è possibile puntare altrove.
Basta scegliere una delle offerte (acquistabili fino a due ore prima dell’orario massimo stabilito dalla struttura) e attendere la conferma del gestore. Il pagamento avviene direttamente sul sito con carta di credito: «Al momento della prenotazione viene trattenuto il denaro, che è poi inviato alla struttura a esperienza conclusa — spiega Beatrice —. A noi resta il 16% della somma». Gli utenti possono poi lasciare un feedback o suggerire «piscine naturali», posti in cui rinfrescarsi gratuitamente come una sorgente, un laghetto o le cascate della Val Vertova.
L’idea di lanciare la piattaforma, online da marzo 2017, era arrivata in un’afosa giornata di due estati fa: Paola voleva rinfrescarsi, «ma non sapevo dove andare per fare due bracciate in santa pace — ricorda — . Non sopporto il caos di parchi acquatici e piscine comunali». Priva di esperienza imprenditoriale, ha dalla sua una buona intuizione e un gruzzoletto lasciato dai nonni. Si confronta con l’amica Beatrice, che ha competenze giuridiche, e insieme avviano il progetto. Contattano varie strutture e persone che gravitano nel settore piscine «per capire da dove cominciare e quali siano le esigenze dei possibili utenti». Sono felici dei traguardi raggiunti finora, ma non nascondo le difficoltà incontrate: «Quando inizi non sai mai del tutto quello che ti aspetta — dicono —. Ogni giorno c’è una nuova sfida, un ostacolo che non avevi pianificato ed è facile farsi prendere dal panico. Bisogna aver chiaro l’obiettivo e perseverare».
I pagamenti Tutto online dopo la prenotazione. Al portale resta il 16% della somma Il mercato «In base al periodo ci concentriamo sulle zone del mondo dove fa più caldo»