Verso la perizia per l’aggressore
Si è buttato da una finestra del primo piano ed è scappato nei campi. Il pericolo di fuga c’era e questo giustifica la convalida del fermo. Il giudice delle indagini preliminari Federica Gaudino ha deciso che Silvestro S., 20 anni, della Sierra Leone, arrivato lo scorso anno via mare, debba rimanere in carcere. È accusato di violenza sessuale e lesioni. Contro di lui c’è il racconto dell’educatrice che se l’è visto spuntare sulla soglia del bagno. L’ha spinta contro una parete e poi sul pavimento, ha cercato di baciarla, le ha messo le mani al collo, è uscita dall’incubo con il volto gonfio, lividi e sangue. Se l’aggressore è andato oltre lo diranno gli accertamenti. Possono cambiare la gravità, ma il reato resta lo stesso contestato. Il giovane, difeso dall’avvocato Samantha Vignati, ha voluto parlare al gip anche se non ha saputo raccontare la sua versione dei fatti in modo chiaro. Ha pronunciato frasi sconclusionate al termine delle quali si è capito solo che ammette di aver spinto e colpito l’educatrice ma nega la violenza sessuale, anche il bacio. L’8 settembre era stato visitato da una psichiatra del centro psicosociale di Romano di Lombardia dopo che al pronto soccorso aveva dato in escandescenze oltre che su input della stessa operatrice che lo vedeva isolato dal gruppo e, spesso, aggressivo. In quell’occasione non sono emerse patologie psichiatriche, ma qualche problema di alcol. Alla luce della confusione nel corso dell’interrogatorio, però, è sempre più probabile che il gip voglia affidarsi a un perito per capire se in realtà il ragazzo ha dei problemi mentali che possano inficiare la capacità di intere e di volere. I soli, perché non bastano generici disturbi mentali, che potrebbero incidere sulla decisione del giudice.