Keba, dal Senegal «Sogno di tornare a fare il muratore»
Taglio alla moicana con i capelli rasati sui lati e la cresta nel centro, sguardo sicuro, Keba Diassigui ha 20 anni e viene dal Senegal. Quando si siede per raccontare cosa è successo alla Cascina Fenatica, mercoledì mattina, comincia a rispondere in italiano con padronanza ma poi preferisce affidarsi al mediatore. Keba parla un po’ la lingua italiana perché è sbarcato nel luglio 2015. Rispetto all’odissea di Idrissa a lui è quasi andata bene, il suo viaggio è durato «solamente» un anno. «Ho lasciato la mia casa nel luglio del 2014 — racconta — facevo l’apprendista muratore, ma cercavo un futuro diverso. Sono arrivato in Italia su un barcone e poi in pullman mi hanno portato quasi subito a Fontanella. Qui sto bene, ho partecipato anche alle iniziative proposte dal Comune con i lavori socialmente utili, raccogliendo i rifiuti nei parchi e riverniciando le panchine sul viale del cimitero». Keba è originario di Tambocounda, nella parte orientale del Senegal. Dice di essere dovuto scappare dal governo e da una repressione che era in atto. Storie di un altro mondo che sono difficili da capire e da verificare. «Non sono sposato, ho ancora i genitori e sono figlio unico — si racconta —. Ho dovuto andarmene per salvarmi la vita. Di certo in Africa non posso più tornare».