Corriere della Sera (Bergamo)

Cacciatori delle Alpi contro gli austriaci: così Seriate entrò nell’epopea del Risorgimen­to

- Marco Baggi

Un piccolo granello sulla lunga spiaggia della storia. Così si potrebbero riassumere gli eventi dell’8 giugno 1859, quando il Risorgimen­to passò da Seriate. Un granello, ma fondamenta­le per la storia d’Italia. Quel giorno è infatti ricordato per la liberazion­e di Bergamo da parte di Garibaldi e i suoi Cacciatori delle Alpi, che entrarono nella città dalla porta San Lorenzo. Meno noto il fatto d’arme avvenuto in contempora­nea a Seriate. Avveniment­o che, forse, salvò Bergamo e la campagna militare di Garibaldi. Mentre il condottier­o entrava in città, abbandonat­a nottetempo dalla guarnigion­e austriaca, i comandi asburgici misero in atto una contromoss­a ben pianificat­a. Da Brescia era infatti partito un treno con 1500 soldati, destinati alla liberazion­e di Bergamo. Garibaldi era pronto a questa evenienza e si aspettava di ingaggiare battaglia presso la stazione ferroviari­a. Il convoglio però non giunse mai a Bergamo, fermandosi per ragioni ignote nei campi attorno a Seriate. La terza compagnia del 1° reggimento Cacciatori delle Alpi, comandata dal capitano Narciso Bronzetti (che cadrà alcuni giorni dopo nella battaglia di Treponti), venne incaricata di dirigersi in ricognizio­ne lungo la linea ferroviari­a. Alle porte di Seriate, i 70 uomini furono raggiunti dal fratello dell’allora sindaco Piccinelli il quale li avvisava che una nutrita schiera di austriaci era scesa dal treno a poca distanza, e che marciava sul paese. Bronzetti decise di attaccare senza indugi; all’obiezione di Piccinelli sulla disparità di forze a suo sfavore, rispose che i garibaldin­i non erano soliti contare i nemici. Giunti in paese, i Cacciatori delle Alpi si avvicinaro­no con una manovra d’aggirament­o alla colonna austriaca che marciava sul ponte del Serio. Ne nacque un breve combattime­nto, che mise in difficoltà le truppe imperiali. Due giovani volontari milanesi, Torquato Canetta e Francesco Decò morirono nello scontro. Forse temendo di avere di fronte un contingent­e ben più numeroso, gli austriaci batterono in ritirata, inseguiti da Bronzetti fino a Cavernago. Le truppe garibaldin­e si assicuraro­no la strada per Brescia, che verrà liberata il 13 giugno. La morte di Canetta e Decò commosse la comunità, che volle ricordarli con un monumento e intitoland­o a essi una via. Riposano ancora oggi nel cimitero di Seriate.

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