AMMETTERE LA REALTÀ
Ascoltando le sue parole, mi sono sentito un po’ meno paranoico. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha dichiarato che nel 2018, con l’arrivo di 2.700 nuovi agenti, saranno rivisti gli organici nelle diverse città, «fermi ormai al 1989, cioè a un’Italia che non esiste più. Aumenteranno le forze dove le condizioni oggettive lo impongono: penso a Caserta, a Foggia, a Bergamo, a Padova». Io, dopo avergli dato il benvenuto nel club dei paranoici, girerei subito le sue parole alle mammole benpensanti che continuano a ritenere Bergamo un posto leggiadro. E che considerano noi allarmati degli psicolabili ansiosi compulsivi. Se il capo della Polizia accomuna Bergamo a Caserta e a Foggia, che non sono Vienna e Zurigo, significa qualcosa. Per me, è solo la conferma che ormai dalle nostre parti siamo terra di frontiera. Giustamente Gabrielli registra che l’Italia non è più quella del 1989. Pure Bergamo è molto cambiata. In meglio e in peggio. Come sicurezza, sicuramente sta molto peggio. È trincea d’Italia. Qui adesso abbiamo un aeroporto particolare, di grande passaggio. In più, abbiamo tanta immigrazione. Aumentare gli agenti non è solo operazione aritmetica: significa prima di tutto riconoscere il problema, secondariamente mandare un segnale deciso ai farabutti di varia categoria. Quanto poi alle cause, eviterei le salvinate che collegano l’insicurezza solo all’invasione dei migranti. Effettivamente l’immigrazione ce la siamo trovata in casa, ma l’aeroporto ce lo siamo fatto su base volontaria, con le nostre mani. Entusiasti.