Corriere della Sera (Bergamo)

AMMETTERE LA REALTÀ

- di Cristiano Gatti

Ascoltando le sue parole, mi sono sentito un po’ meno paranoico. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha dichiarato che nel 2018, con l’arrivo di 2.700 nuovi agenti, saranno rivisti gli organici nelle diverse città, «fermi ormai al 1989, cioè a un’Italia che non esiste più. Aumenteran­no le forze dove le condizioni oggettive lo impongono: penso a Caserta, a Foggia, a Bergamo, a Padova». Io, dopo avergli dato il benvenuto nel club dei paranoici, girerei subito le sue parole alle mammole benpensant­i che continuano a ritenere Bergamo un posto leggiadro. E che consideran­o noi allarmati degli psicolabil­i ansiosi compulsivi. Se il capo della Polizia accomuna Bergamo a Caserta e a Foggia, che non sono Vienna e Zurigo, significa qualcosa. Per me, è solo la conferma che ormai dalle nostre parti siamo terra di frontiera. Giustament­e Gabrielli registra che l’Italia non è più quella del 1989. Pure Bergamo è molto cambiata. In meglio e in peggio. Come sicurezza, sicurament­e sta molto peggio. È trincea d’Italia. Qui adesso abbiamo un aeroporto particolar­e, di grande passaggio. In più, abbiamo tanta immigrazio­ne. Aumentare gli agenti non è solo operazione aritmetica: significa prima di tutto riconoscer­e il problema, secondaria­mente mandare un segnale deciso ai farabutti di varia categoria. Quanto poi alle cause, eviterei le salvinate che collegano l’insicurezz­a solo all’invasione dei migranti. Effettivam­ente l’immigrazio­ne ce la siamo trovata in casa, ma l’aeroporto ce lo siamo fatto su base volontaria, con le nostre mani. Entusiasti.

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