Appello a Italcementi: no ai rifiuti nell’impianto
Cementir Italia verso l’ok per il nuovo combustibile Ma Comune e Provincia sperano nella futura proprietà
La Cementir Italia ha quasi ottenuto l’ok dai tecnici della Provincia per far funzionare il forno della cementeria di Tavernola con rifiuti solidi urbani. Ma ora il sindaco e il suo vice preparano un appello alla nuova proprietà, Italcementi, dopo l’acquisizione di settimana scorsa. «L’obiettivo deve essere una riconversione dell’area industriale».
Italcementi non è ancora a pieno titolo proprietaria di Cementir Italia, rilevata settimana scorsa, ma sulle scrivanie della società è già pronta ad arrivare una lettera-appello dal territorio bergamasco, in particolare da Tavernola e quindi dalle sponde del lago d’Iseo. Il sindaco Filippo Colosio e il vice Joris Pezzotti, forti del sostegno incassato da 20 amministrazioni comunali del lago (sponda bresciana e bergamasca), si oppongono all’utilizzo del forno della cementeria — che rientrerà insieme ad altri quattro impianti italiani tra le proprietà Italcementi-Heidelberg — per bruciare i cosiddetti combustibili alternativi, più semplicemente rifiuti solidi urbani indifferenziati.
Un inceneritore affacciato sul lago, di fatto. Un’opportunità o un rischio (a seconda dei punti di vista): Cementir Italia, in mano al gruppo Caltagirone fino al closing della cessione, ha chiesto di poter procedere e il settore Ambiente della Provincia ha già espresso a luglio un parere favorevole. Non serve nemmeno una valutazione di impatto ambientale, come prevedono un decreto del governo Monti del 2013 e il successivo Sblocca Italia. «A marzo, in Provincia, abbiamo anche incontrato il presidente di Cementir Italia, Mario Ciliberto, insieme al presidente della Provincia Matteo Rossi e all’assessore regionale Claudia Terzi. Ma in sostanza la posizione dell’azienda è rimasta invariata — racconta il vice sindaco Pezzotti —. L’intenzione è quella di cogliere l’opportunità data dalla legge».
Le norme prevedono che il forno per produrre cemento possa continuare a funzionare non più solo grazie al pet coke, il carbone utilizzato già ora, ma sostituendolo fino a una percentuale del 35%, con i rifiuti, equiparati semplicemente a «combustibile» dalle nuove leggi. «Per noi però il punto non è solo l’opposizione a quello che di fatto diventerebbe un inceneritore — spiega il sindaco Pezzotti —. Il tema va inserito in un quadro più ampio: la produzione di cemento è in calo da tempo e lo stabilimento di Tavernola, così affacciato sul lago, è qualcosa di anacronistico. Aveva senso tempo fa, con i suoi 400 dipendenti nelle punte di massimo storico. Oggi sono 70. E attorno, sul territorio, è cresciuta una certa sensibilità turistica. Per questo il nostro appello, oltre che sulla contrarietà ai combustibili alternativi, punta su una riconversione del sito industriale. Io e il sindaco abbiamo anche frequentato alcuni seminari dell’Ue sui fondi disponibili per certi progetti».
D’accordo anche il presidente della Provincia Rossi: «La valutazione sul combustibile è meramente tecnica, non politica, così prevede la legge. Abbiamo però chiesto all’attuale proprietà, e lo chiederemo a quella nuova, di ascoltare il territorio. Lo si può fare aprendo un confronto ampio, con la Regione e con i ministeri, valutando la riconversione dell’insediamento. È un’idea con cui si potrebbe anche accedere a fondi europei». Parole che ricalcano, in parte, i contenuti di una lettera che il sindaco Colosio ha inviato ad agosto al presidente della Regione Roberto Maroni, ricordando l’investimento da 10 milioni di Palazzo Lombardia per lo sviluppo turistico dell’area dopo il grande successo della passerella di Christo, e chiedendo «un intervento legislativo a tutela del lago e della sua gente».
Il Comune è ancora in attesa di una risposta. Mentre da Cementir Italia, ieri, è arrivato semplicemente un «no comment». Dopo la chiusura definitiva delle pratiche in Provincia l’azienda potrebbe già iniziare a usare il nuovo combustibile, ma le aspettative del Comune e di via Tasso si concentrano già sulla nuova proprietà.
Il Comune «Area a vocazione turistica, l’obiettivo deve essere la riconversione»