I fidanzati morti Vitali riattaccò 90 secondi prima
L’imputato ha telefonato per 38 secondi riattaccando un minuto e 37 secondi prima dello schianto. È quanto emerso dalle indagini sullo scontro in A4 del 20 agosto del 2015 in cui persero la vita di Francesca Squeo e Giuseppe Algeri.
La telefonata è durata 38 secondi. Tra la fine della chiamata e lo schianto sono trascorsi un minuto e 37 secondi. La Mercedes guidata da Cristian Vitali, 41 anni, imprenditore di Cisano, è piombata sulla Ford Fiesta di Francesca Squeo, 23 anni quel giorno e il fidanzato Giuseppe Algeri, 27 anni, uccidendoli. Venti agosto 2015, quarta corsia dell’A4 tra Osio Sotto e Capriate: tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere. Un cantiere mobile della Società Autostrade stava ridisegnando la segnaletica. Una macchina segnava i margini, dietro un furgone con una freccia azzurra e un’altra lampeggiante la proteggeva e indicava agli automobilisti di spostarsi. Un’auto in avaria ha bloccato il cantiere, i due fidanzati, di Cassano e di Pessano, sono arrivati dietro al segnalatore e si sono fermati. Dietro è arrivata un’auto, che si è spostata in terza corsia. Poco dopo è giunta la Mercedes che è finita a bomba contro la Fiesta. Poco prima Vitali era al telefono, gli viene contestato. Il consulente del pm Carmen Pugliese, l’ingegnere Roberto Rocchetti, ha ricostruito gli orari sulla base delle telecamere e dei tabulati telefonici. Se quel cellulare c’entri qualcosa con lo schianto, lo deciderà il giudice Massimiliano Magliacani. Non a caso il difensore Filippo Dinacci ha insistito sugli orari. «Non riuscivano a immettersi in terza corsia per il traffico — è la testimonianza di Michele Nitti, l’operaio alla guida del segnalatore, indagato e poi archiviato —. Stavo scendendo per aiutarli ma ho sentito il tonfo. Non ho sentito frenare». «Non c’erano segni di frenata», risulta da Giuseppe Pilenga, della Stradale di Seriate. Anche Massimiliano Cavenaghi era in A4, è riuscito a spostarsi in terza corsia, ha visto Vitali proseguire in quarta: «Ho avuto l’impulso di suonargli (a Vitali ndr) ma non ho avuto il tempo, ero a 2-300 metri. Poi mi sono avvicinato, gli ho chiesto come stava, aveva dolore al torace. “Li ho uccisi”, ha detto». Il 9 ottobre parlerà l’imputato.