I compensi annuali di Sacbo Agli irlandesi 28 milioni
Gli accordi commerciali per lo sviluppo dello scalo. «Ma non sono aiuti pubblici»
Sacbo sul tema non si esprime. Dalla società filtra solo una presa di posizione: «Non si tratta di aiuti pubblici». L’azienda è privata, pur avendo tra i suoi soci il Comune di Bergamo e la Provincia, e come tale gestisce le sue risorse. Come meglio crede. I numeri, comunque, sono davvero alti: nel bilancio 2016 tra le uscite di Sacbo ci sono 61 milioni di «costi per servizi», in aumento di 4 milioni e 200 mila euro rispetto al 2015 e suddivisi in più voci: 3 milioni e 350 mila euro per spese di manutenzione, 6 milioni e 557 mila di costi per il servizio di controllo e sicurezza, 4 milioni e 197 mila di oneri per il servizio di facchinaggio, costi per utenze pari a 3 milioni e 228 mila, servizio antincendio pari a 2 milioni e 112 mila euro e pulizie per 1 milione e 365 mila euro. Ma soprattutto 33 milioni, in aumento del 10 per cento circa rispetto al 2015, dovuti ad «accordi commerciali con compagnie aeree e tour operator».
Una voce da tradurre con un’espressione tecnico commerciale: è il co-marketing, in cui Ryanair fa, naturalmente, la parte del leone, perché le uscite sono proporzionate ai passeggeri movimentati. Agli irlandesi vanno circa 28 milioni dei 33 complessivi. È il risultato di un contratto apposito, firmato da Sacbo e da Ryanair, di cui anche l’Unione Europea è informata. In sostanza, la società di gestione dello scalo riconosce un compenso alla compagnia e alla sua redditività, considerandola un traino di rilievo per l’aeroporto. E dalle parti di Sacbo non ci sono dubbi: il gioco vale la candela, eccome. Lo scalo fa utili: 13 milioni, 343 mila e 408 euro nel 2016, in crescita rispetto ai 12 milioni e 387 mila del 2015. Numeri legati soprattutto all’indotto irlandese: dai parcheggi dell’aeroporto, Al vertice Michael O’Leary è amministratore delegato e Ceo di Ryanair: nella foto, O’Leary all’inaugurazione dell’hangar Ryanair a Orio al Serio. La compagnia low cost irlandese garantisce circa l’85% del movimento passeggeri di tutto lo scalo bergamasco
che si possono ormai prenotare contestualmente alla prenotazione di un volo, alle royalties dei negozi, senza considerare naturalmente i costi di concessione e il fatto che, nonostante la bufera delle cancellazioni, Ryanair mantiene comunque prospettive di crescita del 4% anche fino al prossimo marzo (contro il 9% preventivato).
In più, il co-marketing non riguarda solo gli irlandesi. Altri cinque milioni circa (che negli anni potrebbero lievitare o scendere in caso di nuovi equilibri tra le compagnie) sono dedicati, con la stessa formula, ai restanti vettori. Nulla a che vedere, secondo Sacbo, con il caso pugliese, di cui ha scritto ampiamente, ieri, Corriere.it. Fu la Regione, in quel contesto, a trattare direttamente con la low cost nel 2009, dopo il fallimento di Myair che aveva garantito determinati flussi turistici. E a sottoscrivere un contratto, senza nessuna gara d’appalto, che ha garantito alla compagnia di Michael O’Leary qualcosa come 170 milioni nel giro di nove anni.
Sacbo ha invece accordi commerciali, da privato a privato: è la società di gestione italiana che versa più compensi in assoluto a Ryanair e allo stesso tempo quella che
I numeri È la società di gestione che in Italia versa di più alla low cost e ottiene un ritorno con utili alti
ha ottenuto i risultati migliori grazie alla low cost, con uno scalo che è ormai saldamente il terzo in Italia per passeggeri movimentati. Il richiamo del governo, per tutti, riguarda solo la trasparenza: l’antitrust e l’Europa devono sapere come si usano quei soldi.