L’aggressione a un indagato per la morte del giovane senegalese. Ma restano troppi dubbi sul movente
Gli amici di Bara ai carabinieri: «L’abbiamo vendicato»
Davanti ai carabinieri hanno ammesso piuttosto rapidamente: sì, abbiamo aggredito il venticinquenne a Paladina per vendicare la morte di Bara. Ma sia i militari, sia il pubblico ministero Fabio Pelosi, nutrono seri dubbi sulla versione fornita dai due giovani amici del senegalese di vent’anni morto a Ubiale Clanezzo il 22 luglio, cadendo in un dirupo oltre un guard rail. Il dubbio è che dietro l’aggressione ci fosse in realtà un altro movente.
Un passo indietro, proprio al 22 luglio. Bara Thiam, 20 anni, di Almè, scappa allontanandosi dalla festa della polisportiva. In tre lo inseguono. Sono C.B., 54 anni, del paese, R.M. 25 anni, di Sorisole, e la fidanzata B.L., 35 anni, di Sedrina. Bara muore, sulla sua tragedia si apre un’inchiesta.
Sabato, sei giorni fa, R.M. è a Paladina, fuori dall’Evolution Cafè, e viene aggredito da tre persone. Due vengono identificate, sono amici di Bara. Picchiato, il venticinquenne di Sorisole viene poi portato al pronto soccorso di Ponte Pietro, per essere medicato: per lui una prognosi di sette giorni, dovuta soprattutto a una serie di contusioni. I due ragazzi denunciati, portati in caserma, hanno poi spiegato senza titubanze che l’aggressione è legata a doppio filo ai fatti del 22 luglio e va letta come una «vendetta», un modo di rendere giustizia alla memoria dell’amico.
Una versione che non convince in alcun modo chi sta indagando sia sulla tragedia dell’estate sia sui fatti di Paladina di sabato scorso. Il dubbio è che già prima del 22 luglio ci fossero quantomeno dissapori tra il gruppo di Bara e il venticinquenne di Sorisole e altri suoi conoscenti. E che anche il pestaggio a Paladina sia scattato per motivi antecedenti la morte di Bara e poi probabilmente aggravati dalla scomparsa del ventenne. Non tutto sembra essere svelato, quindi, sul contesto in cui era maturata la tragedia in quella serata di festa a Ubiale Clanezzo.