L’ultima di Carozzi: Tari scontata a Pontida solo a coppie sposate
Il sindaco specifica: con matrimonio concordatario
«Caro concittadino». Comincia così, nel più classico dei modi, la lettera che in questi giorni il sindaco di Pontida, il leghista Luigi Carozzi, ha inviato ai suoi pontidesi. L’oggetto, trattandosi di tasse, più precisamente di Tari, la tassa sui rifiuti, non lascerebbe presagire nulla di buono, ma a margine delle comunicazioni di servizio per il ritiro del materiale per la raccolta, si nasconde la lieta novella: «Come avevo promesso in campagna elettorale — attacca il primo cittadino ( perché non sia mai che certe promesse preelettorali vangano disattese)— la giunta è riuscita nel suo proposito di contenere il livello delle imposte locali, lasciando nelle tasche dei pontidesi più di 100 mila euro». Come? «Oltre ad aver cancellato a tutti la tassa sui servizi indivisibili, la Tasi — annuncia con malcelato orgoglio il primo cittadino — ho ridotto la tassa rifiuti, introducendo tre categorie esentate». A seguire il terzetto dei beneficiandi: oltre ai piccoli imprenditori che impiantano un nuovo negozio di vicinato, niente Tari per le coppie che «contraggono matrimonio». Ma, beninteso, solo se il matrimonio è concordatario. Benedetto dal parroco o celebrato dal sindaco o da un mini- stro di culto riconosciuto dallo Stato italiano secondo la legge concordataria del 1929. E tutti gli altri? Le unioni civili, le coppie di fatto e comunque legate da un rito previsto da una legge dello Stato? Per loro nessuna menzione e, dunque, nessuna esenzione sulla base di un provvedimento comunale che non attiene alla natura della materia, e cioè alla produzione di rifiuti, ma che differenzia le famiglie sulla base di condizioni giuridiche soggettive che nulla hanno a che fare con la vocazione a produrre più o meno rifiuti.
In sostanza, sia le coppie matrimonializzate sia quelle che non lo sono, producono rifiuti, ma l’amministrazione esenta e, dunque premia, solo con un certo tipo di benedizioni religiose (ma non tutte) o civili (ma non tutte). Così si arriva alla terza esenzione, che è figlia della seconda: a favore dei pontidesi che, entro due anni dalla celebrazione del matrimonio, «iscrivano all’anagrafe del comune un loro figlio legittimo/a con l’atto di nascita». Ora, rispolverando la celebre citazione di Filomena Marturano, personaggio creato da Eduardo De Filippo: «’e figlie so’ figlie e so’ tutt’eguale!», i detrattori del provvedimento rammentano che la discriminazione tra figli legittimi e naturali è totalmente scomparsa dal diritto di famiglia del nostro Paese. Già la legge 151 del 19 maggio 1975 aveva portato al superamento di molte differenze tra lo status dei figli nati dentro e fuori dal matrimonio, mentre la piena equiparazione a livello giuridico che è arrivata tre anni fa. Dal codice civile, nella piena rispondenza della ratio legislativa, è così sparita qualsiasi aggettivazione che introduce «possibili forme di discriminazione». Che, invece, si ritrova nella comunicazione del sindaco Carozzi. Il quale, interpellato a proposito, ha avuto una reazione veemente. Non tanto nel merito della questione, ma nei toni. Del resto, quest’ultimo provvedimento si innesta nella scia di altre azioni
Nessuna esenzione Escluse unioni civili e coppie di fatto, favoriti i cittadini con «figli legittimi»
precedenti, che hanno portato Pontida sotto i riflettori della stampa internazionale.Sul tema, evidentemente caro a Carozzi, della famiglia, Carozzi nel 2016 pose un veto alle coppie gay nel regolamento sulle case popolari. Pochi giorni fa, seguito da un repentino dietro front, è stata la volta dei parcheggi rosa riservati ad alcune mamme (e ad altre no). In mezzo, ad aprile, chiuse letteralmente il paese in occasione della «Giornata antirazzista, migrante e meridionale».