Arte, buon vino e teatro La Carrara fa spettacolo
In scena porta fragilità, eleganza, smarrimento e una certa forza, paragonabile a quelle di un pinot noir. Perché se pensa a un vino che gli assomigli quando è sul palcoscenico, è quello il vitigno che gli viene in mente. E magari stasera avrà proprio un bicchiere di quel buon rosso sul tavolino posto vicino a sé, tra libri e fogli sparsi sul pavimento della sala 18 della Carrara.
Nella vita Giulio Casale è un ricercatore di storie, che farà ascoltare allo spettatore, conducendolo in un viaggio fatto di «Vino, canzoni e illuminazioni» (biglietto 15 euro, comprensivo di ingresso al museo, degustazione di prodotti enogastronomici a partire dalle 18 e spettacolo alle 21.30).
Sarà uno spettacolo di teatro canzone, che alterna parti recitate ad altre cantate e suonate con chitarra acustica. Pochi effetti scenici, molta sostanza, fatta di parole setacciate in libri sapienziali, nella Genesi, con la storia di Noè, e altro.
«È un racconto senza tempo, come la storia millenaria del vino, elemento universale e continuo nella storia dell’uomo e della cultura. Era considerato un alimento magico e prezioso. Per molto tempo l’unico rimedio per curare le infezioni. Come si legge nel Talmud: “Dove non c’è un medico fate ricorso al vino” — dice Casale —. La narrazione parte dall’elemento poetico del vino per indagarne i riverberi nella canzone, nella letteratura e nell’arte figurativa».
Durante lo spettacolo si incontreranno alcuni cantautori italiani. Si parte da Piero Ciampi e il suo «Il vino», per inciampare in «Pablo» di De Gregori, in «Amico fragile» di De Andrè, che «scrisse in preda a fumi alcolici, mettendo a nudo i propri sentimenti e rancore verso certa classe borghese», prosegue il cantante.
Si ascolteranno anche testi di Jeff Buckley, alcuni di Casale stesso, alternati a citazioni letterarie e approdi poetici in
Baudelaire, Rimbaud, Goethe, autori della beat generation, Hemingway. Con loro si spiega il termine Illuminazioni del titolo.
«Non metto in scena un’ode all’ubriachezza, ma all’essere in contatto con la parte creativa di noi. Non a caso al vino è riconosciuta la capacità di migliorare invecchiando», continua Casale, alle prese con un nuovo album.
«Ho diverse canzoni pronte, ma non ho mai avuto la fretta di editarle — ammette —. Se ci saranno delle buone condizioni lo farò. A chi interessa capire a cosa sto lavorando, sul sito ho pubblicato tre pezzi inediti. Il tema è la relazione tra noi e il nostro tempo». «Si dice che non c’è una poetica dei nostri giorni — conclude Giulio Casale —.
Canzoni e storie Dopo la degustazione, Giulio Casale alternerà parti recitate e cantate con la chitarra acustica
Io provo a fotografare l’oggi con tutte le sue inquietudini e spigolosità. Ogni canzone è un fermoimmagine del presente».