Corriere della Sera (Bergamo)

Arte, buon vino e teatro La Carrara fa spettacolo

- Daniela Morandi

In scena porta fragilità, eleganza, smarriment­o e una certa forza, paragonabi­le a quelle di un pinot noir. Perché se pensa a un vino che gli assomigli quando è sul palcosceni­co, è quello il vitigno che gli viene in mente. E magari stasera avrà proprio un bicchiere di quel buon rosso sul tavolino posto vicino a sé, tra libri e fogli sparsi sul pavimento della sala 18 della Carrara.

Nella vita Giulio Casale è un ricercator­e di storie, che farà ascoltare allo spettatore, conducendo­lo in un viaggio fatto di «Vino, canzoni e illuminazi­oni» (biglietto 15 euro, comprensiv­o di ingresso al museo, degustazio­ne di prodotti enogastron­omici a partire dalle 18 e spettacolo alle 21.30).

Sarà uno spettacolo di teatro canzone, che alterna parti recitate ad altre cantate e suonate con chitarra acustica. Pochi effetti scenici, molta sostanza, fatta di parole setacciate in libri sapienzial­i, nella Genesi, con la storia di Noè, e altro.

«È un racconto senza tempo, come la storia millenaria del vino, elemento universale e continuo nella storia dell’uomo e della cultura. Era considerat­o un alimento magico e prezioso. Per molto tempo l’unico rimedio per curare le infezioni. Come si legge nel Talmud: “Dove non c’è un medico fate ricorso al vino” — dice Casale —. La narrazione parte dall’elemento poetico del vino per indagarne i riverberi nella canzone, nella letteratur­a e nell’arte figurativa».

Durante lo spettacolo si incontrera­nno alcuni cantautori italiani. Si parte da Piero Ciampi e il suo «Il vino», per inciampare in «Pablo» di De Gregori, in «Amico fragile» di De Andrè, che «scrisse in preda a fumi alcolici, mettendo a nudo i propri sentimenti e rancore verso certa classe borghese», prosegue il cantante.

Si ascolteran­no anche testi di Jeff Buckley, alcuni di Casale stesso, alternati a citazioni letterarie e approdi poetici in

Baudelaire, Rimbaud, Goethe, autori della beat generation, Hemingway. Con loro si spiega il termine Illuminazi­oni del titolo.

«Non metto in scena un’ode all’ubriachezz­a, ma all’essere in contatto con la parte creativa di noi. Non a caso al vino è riconosciu­ta la capacità di migliorare invecchian­do», continua Casale, alle prese con un nuovo album.

«Ho diverse canzoni pronte, ma non ho mai avuto la fretta di editarle — ammette —. Se ci saranno delle buone condizioni lo farò. A chi interessa capire a cosa sto lavorando, sul sito ho pubblicato tre pezzi inediti. Il tema è la relazione tra noi e il nostro tempo». «Si dice che non c’è una poetica dei nostri giorni — conclude Giulio Casale —.

Canzoni e storie Dopo la degustazio­ne, Giulio Casale alternerà parti recitate e cantate con la chitarra acustica

Io provo a fotografar­e l’oggi con tutte le sue inquietudi­ni e spigolosit­à. Ogni canzone è un fermoimmag­ine del presente».

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Senza tempo Giulio Casale, canta di vino e vicende bibliche

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