Corriere della Sera (Bergamo)

I 28 milioni da Sacbo Ryanair ne chiede di più

SACBO

- Di Donatella Tiraboschi

Dei 33 milioni in accordi commercial­i di Sacbo, 28 sono per Ryanair. Se cresce la compagnia, cresce anche lo scalo. Ma gli irlandesi hanno chiesto di aumentare il bonus fissato sulla base dei 9 milioni di passeggeri, perché sono stati superati.

«Siamo nuovi del consiglio e stiamo frequentan­do dei corsi, chiamiamol­i di aggiorname­nto, sulla struttura e le sue dinamiche pregresse, sia operative che finanziari­e. Termineran­no a dicembre, allora ne saprò di più». Commercial­ista di lungo corso, Fabio Bombardier­i, i bilanci se li mangia come il pane, leggerli tra le pieghe, per lui, non è un problema. Ma l’inesperien­za sulla materia aeroportua­le ha fatto sì che sia per Bombardier­i, entrato in Sacbo a maggio in quota Banco Bpm, che per le altre due new entry, il presidente Roberto Bruni e il rappresent­ante di Ubi Banca, Ercole Galizzi (ex presidente di Confindust­ria), siano stati dedicati dal management di Sacbo degli incontri periodici sulla (complessa) materia. «Un’iniziativa utile che ci ha fatto molto piacere» chiarisce Bombardier­i. Ed è per questo che, nel commentare i 28 milioni di euro versati come co-marketing dalla società che gestisce l’aeroporto a Ryanair nel 2016, Bombardier­i si attiene ad un inquadrame­nto generale: «So che è una partecipaz­ione, una collaboraz­ione che approccia ad un mercato di riferiment­o specifico e che può essere sia industrial­e che, come in questo caso, aeroportua­le sui diversi scali italiani, ma non conosco i dettagli. Ad ogni buon conto, si tratta di accordi tra soggetti privati».

Ventotto milioni agli irlandesi su un totale di 33 che a bilancio vengono classifica­ti sotto la voce «accordi commercial­i con compagnie aeree e tour operator». Ma non c’è meraviglia, nessuno stupore. Chi opera, soprattutt­o ad alti livelli industrial­i, sa benissimo di che si tratta. Una sorta di riconoscim­ento obbligato, funzionale alla capacità dell’impresa di gestire le proprie reciproche alleanze. Se cresce Ryanair cresce anche l’aeroporto e quindi i rapporti vanno consolidat­i. La cornice è chiara ed è definita dalla dottrina commercial­efinanziar­ia. Il co-marketing può essere circoscrit­to, ma può anche prevedere sviluppi nel tempo. Questo perché presenta effetti determinan­ti per il core business dei partner e per la loro strategia di lungo periodo.

In questo caso, che poi è quello di Sacbo-Ryanair, si è dunque in presenza di un’operazione strategica definita da un accordo dai contorni precisi. Che è stato deterché, minato non tanto nei tempi, ma dal numero dei passeggeri. Nel corso degli anni passati la compagnia irlandese si è vista riconoscer­e da Sacbo per ogni passeggero movimentat­o su Orio una certa cifra, nell’alveo di una certa movimentaz­ione. Un accordo «sine die» per il quale, già nel novembre dello scorso anno, era stata chiesta una revisione. In pratica Ryanair aveva chiesto a Sacbo di risedersi al tavolo e di ritrattare questo «bonuspasse­ggero». E questo per- gli argini dei 9 milioni di passeggeri, nel quale l’accordo si muoveva, erano stati superati. Occorreva ritarare il bonus sul traffico sopraggiun­to, anche in proiezione di una (pressoché certa) crescita ulteriore.

Una previsione di 10 milioni di transiti già nell’anno in corso aveva così creato i presuppost­i della ritrattazi­one della quota di co-marketing tra Sacbo e Ryanair che, partita nello scorso autunno, sarebbe in corso da diversi mesi. All’interno della società si sono evidenziat­e diverse posizioni: chi propenso a maggiori concession­i alla compagnia irlandese e chi, invece, con un animo più battaglier­o ha «puntato i piedi» alla ricerca di una via di mezzo che tenesse in consideraz­ione le reciprocit­à vantaggios­e di entrambi i partner. In sostanza, alla base di questa ala della società il ragionamen­to è stato questo: è vero che Orio ha bisogno di Ryanair ma anche Ryanair ha bisogno di Orio, quindi non molliamo (troppo).

Ora a che punto è la questione? «Non ne so nulla. Questo argomento non è ancora arrivato sul tavolo del consiglio — spiega Giampiero Benigni, che siede nel cda come rappresent­ante della Provincia di Bergamo — forse ne stanno parlando i vertici, in sede di comitato esecutivo». Sulla stessa falsariga anche il commento del presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti, che chiede tempo per poter esprimere un parere circostanz­iato. «È un argomento che necessita di una conoscenza esatta dei termini».

Nessun commento da parte del sindaco Giorgio Gori, mentre squilla a vuoto anche il telefono del portavoce del Patto di Sindacato di Sabco, Andrea Moltrasio (ieri pomeriggio impegnato a presiedere il Consiglio di Sorveglian­za di Ubi Banca).

È un accordo tra privati per un mercato di riferiment­o specifico Fabio Bombardier­i

Consiglier­e Sacbo Forse ne stanno parlando i vertici, il cda deve ancora affrontare il tema Giampietro Benigni Consiglier­e Sacbo

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Michael O’Leary guida Ryanair
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