Corriere della Sera (Bergamo)

Il mea culpa di Spinazzola

«Con il club e i miei compagni ho chiarito subito»

- Losapio

Spinazzola, dopo il caso mercato, si scusa con i tifosi atalantini.

Fiorentina, Olympique Lione e poi Juventus. Una settimana complicata per Leonardo Spinazzola, costretto a un super lavoro dopo che l’ultima partita ufficiale era stata lo 0-3 patito dalla Nazionale italiana contro la Spagna al Bernabeu, mentre con la casacca dell’Atalanta risaliva addirittur­a alla scorso maggio.

Dopo l’impresa del Groupama Stadium ci sono solo due giorni per recuperare prima di affrontare la Juve, società che in estate ha provato in tutti i modi a riportare Spinazzola fra le proprie fila, imponendo anche un muro contro muro fra i club. Indimentic­abile la lettera, a pochi giorni dal termine del mercato, con cui il terzino spiegava che non è possibile «chiedergli di smettere di sognare», perché certi treni possono anche non passare. Poche righe che avevano fatto infuriare la tifoseria, divisa fra chi voleva cacciarlo con poco garbo e chi consigliav­a ai Percassi di lasciarlo in tribuna per un anno filato. Il tempo, maestro in questo, ha lenito le ferite di ambo le parti, fino all’atto conclusivo.

«Colgo l’occasione — spiega Spinazzola in un’intervista video comparsa sul sito ufficiale dell’Atalanta — per chiedere scusa ai tifosi. Con il club e con i miei compagni l’ho già fatto personalme­nte il primo di settembre. So cosa fa per noi la tifoseria, non volevo far passare il messaggio di non aver rispetto per la città. Quindi darò il massimo per questa maglia, come ho sempre fatto».

È però pacifico che per Spinazzola tutto sia cresciuto troppo in fretta. Dalle lacrime post Palermo, dopo una prestazion­e deludente, alle soddisfazi­oni con la Nazionale, fino alle tante voci di corridoio che lo volevano in bianconero sin da gennaio scorso. Arrivatro to in prestito con diritto di riscatto e controrisc­atto, nel terzino atalantino credevano davvero in pochi. In primis lui stesso che, una stagione fa, sembrava davvero impossibil­itato dal rientrare in un club di altissima classifica dopo troppi anni a girovagare per la provincia.

Serpeggia ancora, tra i tifosi, il malumore per come è stata gestita la faccenda, soprattutt­o dal calciatore e dal suo staff. Ed è anche per questo, per evitare qualche fischio che sarebbe stato indigesto, che l’Atalanta ha ritenuto che fosse meglio aspettare di lanciarlo con due trasferte consecutiv­e, per preparare il suo ritorno in squadra proprio con- la Juventus.

Certo, i 180 minuti fra viola e transalpin­i rischiano di pesare, rendendolo difficilme­nte eleggibile sin dal primo minuto per una maglia da titolare, ma poi ci saranno due settimane per recuperare (Ventura difficilme­nte lo chiamerà) e smaltire le tossine in eccesso.

Ultimo, ma non in ordine di importanza, il rendimento. Per chi credeva che Spinazzola fosse un fuoco di paglia, forse irripetibi­le ai livelli della scorsa annata, finora c’è stata una decisa riprova. Anche con l’Olympique Lione la sufficienz­a è stata piena e meritata, grazie a qualche bella discesa e al cross, perfetto, non sfruttato da Hateboer quando il risultato era ancora 0-0. Chissà come sarebbe finita se l’olandese avesse impattato bene il pallone. E chissà come sarebbe cambiata la carriera di Spinazzola se fosse andato alla Juventus. Riprova, per entrambe le cose, non esiste.

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Esterno Spinazzola in campo contro il Lione in Europa League

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