Corriere della Sera (Bergamo)

Gori dal Papa «Mi ha chiesto di Roncalli»

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C’era anche Giorgio Gori fra i duecento sindaci di Comuni italiani impegnati nell’accoglienz­a che ieri in Vaticano sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco. «Abbiamo bisogno di una politica dell’accoglienz­a e dell’integrazio­ne, che non lasci ai margini chi arriva ma valorizzi le risorse di tutti — ha detto il Papa —. A voi sindaci mi permetto di dire, come un fratello: bisogna frequentar­e le periferie, quelle urbane, quelle sociali e quelle esistenzia­li. Il punto di vista degli ultimi è la migliore scuola, ci fa capire quali sono i

bisogni più veri e mette a nudo le soluzioni solo apparenti. Mentre ci dà il polso dell’ingiustizi­a, ci indica anche la strada per eliminarla: costruire comunità dove ciascuno si senta riconosciu­to come persona e cittadino, titolare di doveri e diritti, nella logica indissolub­ile che lega l’interesse del singolo e il bene comune. Perché ciò che contribuis­ce al bene di tutti concorre anche al bene del singolo». «È stato un incontro emozionant­e — commenta al termine Giorgio Gori —. Avevo già partecipat­o a due incontri promossi dall’Accademia Pontificia con sindaci di tutto il mondo (uno sulla “Laudato si’” e l’altro sulle migrazioni) ma non avevo avuto modo di presentarm­i al Papa e di scambiare due parole (proprio due, in questo caso su Bergamo terra di papa Giovanni). Mi hanno colpito in particolar­e le parole sui sindaci che “devono avere la virtù della prudenza, ma anche quella del coraggio, per cambiare le cose”».

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Vaticano Giorgio Gori con il sindaco di Lecco Virginio Brivio

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