La casalinga e i furti in boutique «Poi rivendeva su Facebook»
Denunciata a Treviglio, i colpi nello stesso negozio. Pizzicata dalle telecamere
Dolce, brillante, sempre pronta a fare due chiacchiere con le commesse, ma anche ad allungare le mani, sulla merce in vendita. Era un’insospettabile casalinga di 43 anni la donna che negli ultimi mesi ha bersagliato il negozio di borse ed accessori «O bag» della centralissima via Roma a Treviglio. Italiana, rispettabile, residente nel circondario, quando andava in centro città non mancava mai di far tappa nel negozio di marca. La prima volta nel dicembre del 2016 aveva acquistato una delle borse simbolo del punto vendita, poi sempre più spesso le sue erano, in apparenza, visite di cortesia, due parole e magari un cioccolatino a quelle ragazze così simpatiche. Almeno fino a venerdì, quando all’uscita i carabinieri l’hanno fermata trovandole portafogli e accessori per 500 euro nascosti nella borsa. A casa sua, poi, i militari hanno scovato merce sospetta, probabile refurtiva per un totale di circa duemila euro. Non tutto il maltolto, però, sarebbe stato recuperato, il danno sarebbe più alto per alcune migliaia di euro.
Secondo l’accusa, infatti, la donna di 43 anni aveva avviato un fiorente commercio su Facebook grazie a un’attività di taccheggio portata avanti con metodo e con una frequenza sempre crescente. Anche così però era riuscita a evitare i sospetti delle tre commesse. «Abbiamo capito che era lei la probabile responsabile dei furti
solo a fine agosto — racconta la responsabile del punto vendita — quando mi sono spariti 50 euro dal portafoglio. Pochi giorni dopo è successo lo stesso a una mia collega». L’unica cliente che
aveva avuto accesso al retro del negozio era la 43enne. In entrambi i casi aveva chiesto di poter utilizzare la toilette.
«Abbiamo iniziato a guardare le telecamere — racconta ancora la commessa — e ci siamo accorti che le immagini non lasciavano dubbi. Non solo, abbiamo anche capito che ogni volta che rimaneva sola perché noi eravamo impegnate a seguire un cliente, faceva sparire qualcosa». A rendere tutto più facile il fatto che la cliente conoscesse perfettamente la disposizione della merce non solo sugli scaffali, ma anche nei cassetti. «Spesso durante le sue visite ci chiedeva cosa ci fosse lì, cosa ci fosse là — chiarisce ancora la responsabile —, noi avevamo sempre pensato a semplice curiosità. Invece alla fine abbiamo capito il vero motivo del suo interesse».
Appurata l’identità di chi faceva sparire contanti e prodotti in vendita, le commesse di «O bag» hanno iniziato anche a tenerne controllato il profilo Facebook e così hanno fatto un’altra scoperta. «Era iscritta a molti gruppi chiusi sul social network per la vendita di oggetti — svela la responsabile del negozio —. Abbiamo trovato annunci con pezzi di borse o altri accessori che ci erano stati sottratti, avevano ancora il codice del punto vendita». A quel punto le commesse sono corse dai carabinieri e venerdì è stata preparata una trappola in cui la casalinga è caduta in pieno. Fermata dai militari è stata denunciata a piede libero per furto continuato.