LA CARRARA E I NUMERI
Inumeri della Carrara sono sotto le attese? I carnet che le guide dovrebbero rivendere ai visitatori sono un tentativo per colmare un buco serio nelle visite? «Non c’è nessun crollo. E se anche fosse, pensa che lo direi?», è la risposta di Gian Pietro Bonaldi, responsabile operativo della Carrara alla richiesta di dati. Tralasciando di discutere se siano dati che il responsabile del principale patrimonio artistico della città — proprietà comunale, finanziato in larga parte da fondi pubblici — si possa permettere di tenere per sé, lo stesso Bonaldi pochi mesi fa parlò di una diminuzione del 25-30% delle visite. La ragione sarebbe stata da ricercare nel cantiere sulla piazza antistante, capace di allontanare potenziali visitatori. La risposta fu una convenzione con i sindacati, per consentire ai tesserati di Cgil, Cisl e Uil di accedere alla Carrara a tariffe agevolate. Strategia commerciale aggressiva, non c’è che dire. Il punto però è essere trasparenti sui numeri, soprattutto per consentire alla città di riflettere sul futuro della Carrara. Esaurita la spinta generata dalla riapertura, mancate fin qui le grandi esposizioni temporanee (vedremo a breve quanto sarà di richiamo la mostra di Raffaello), misterioso il saldo costi-benefici degli eventi traino (vedi concerti di Bollani, Gualazzi etc.) sperimentati e poi interrotti, non si è capito quanto lontano possa guardare la pinacoteca e su quali basi economiche possa realmente contare. E non è nascondendo i numeri — e, di conseguenza, l’efficacia del lavoro di chi gestisce il museo — che si aiuterà la Carrara a crescere.