Corriere della Sera (Bergamo)

LA CARRARA E I NUMERI

- di Simone Bianco

Inumeri della Carrara sono sotto le attese? I carnet che le guide dovrebbero rivendere ai visitatori sono un tentativo per colmare un buco serio nelle visite? «Non c’è nessun crollo. E se anche fosse, pensa che lo direi?», è la risposta di Gian Pietro Bonaldi, responsabi­le operativo della Carrara alla richiesta di dati. Tralascian­do di discutere se siano dati che il responsabi­le del principale patrimonio artistico della città — proprietà comunale, finanziato in larga parte da fondi pubblici — si possa permettere di tenere per sé, lo stesso Bonaldi pochi mesi fa parlò di una diminuzion­e del 25-30% delle visite. La ragione sarebbe stata da ricercare nel cantiere sulla piazza antistante, capace di allontanar­e potenziali visitatori. La risposta fu una convenzion­e con i sindacati, per consentire ai tesserati di Cgil, Cisl e Uil di accedere alla Carrara a tariffe agevolate. Strategia commercial­e aggressiva, non c’è che dire. Il punto però è essere trasparent­i sui numeri, soprattutt­o per consentire alla città di riflettere sul futuro della Carrara. Esaurita la spinta generata dalla riapertura, mancate fin qui le grandi esposizion­i temporanee (vedremo a breve quanto sarà di richiamo la mostra di Raffaello), misterioso il saldo costi-benefici degli eventi traino (vedi concerti di Bollani, Gualazzi etc.) sperimenta­ti e poi interrotti, non si è capito quanto lontano possa guardare la pinacoteca e su quali basi economiche possa realmente contare. E non è nascondend­o i numeri — e, di conseguenz­a, l’efficacia del lavoro di chi gestisce il museo — che si aiuterà la Carrara a crescere.

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