Le storie tristi di Sara per alzare il morale
La trevigliese Nissoli, vincitrice dello Straparola nel 2009, all’esordio letterario
Non hanno paura di parlare, perché non hanno niente da perdere. Prostitute, assassini, giocatori d’azzardo, necrofili, tossici, impiegati ribelli sono i protagonisti di «Mentre volavo via - Quattordici racconti tristi che vi faranno stare meglio», in uscita oggi per Bookabook, una casa editrice sperimentale che, dopo aver scelto i libri, li fa valutare dai lettori che sostengono la pubblicazione con il crowdfunding.
L’autrice è Sara Nissoli, classe 1984, trevigliese dalla penna ironica e talentuosa, trapiantata a Milano dove svolge il mestiere di copywriter, ovvero scrive testi per la pubblicità. «Ho imparato a suonare tanti strumenti senza essere brava in nessuno, nello sport ero mediocre, a scuola non sono mai stata una cima, mi concentravo poco e non ero un granché interessata — sorride —. Al contrario, a sedici anni ho scoperto che mi veniva naturale scrivere, mi impegnavo senza soffrire, felicemente. L’esordio è stato buttando in rete pensieri su forum giurassici che all’epoca erano l’avanguardia, i feedback erano positivi e allora ho continuato con testi più complessi».
Nel 2009, Sara ha vinto il Premio Straparola con «L’abbonamento», storia di un uomo che cerca amici, al canile, poi al cimitero, dove ritrova un amico d’infanzia in una libreria. Decisivo è stato l’incontro con Raul Montanari che era in giuria. «Per otto anni ho seguito i suoi corsi che mi hanno rafforzata nella scrittura, insegnandomi il sacrificio, a mettere me stessa in tante situazioni e personaggi, a essere una di molti, anche perché a nessuno interesserebbe leggere le tue memorie». Tra i testi più spiazzanti e divertenti, c’è «Il principe», il più lungo della raccolta. Narra la storia di un ragazzo interista, che scopre di essere gay dopo una lunga relazione con una coetanea. «È un modo per sfatare certi tabù, come quello che impedisce a un omosessuale di seguire il calcio — spiega Sara, pure lei omosessuale e interista, ma ispirata da un amico —. In fondo, anche Pasolini giocava a pallone». L’ambientazione è il 2010, l’anno del triplete e lui si innamora di Diego Milito al punto da esserne ossessionato e decidere di farsi investire dalla Volvo guidata del calciatore, aspettando la fine degli allenamenti ad Appiano. «Il principe» si sarebbe accorto di lui e l’avrebbe finalmente incontrato. Ricoverato per le tante fratture in ospedale, il giovane tifoso ha come vicino di letto un anziano che non si arrende al tempo che passa e si è rotto il tendine correndo la domenica. Sfortuna vuole che il calciatore argentino arriverà a fargli visita, ma lui non se ne accorgerà perché sedato. In compenso, farà festa con il pensionato. «Le mie storie drammatiche fanno sorridere perché ci insegnano che nessuno è immune dall’essere o diventare come i miei personaggi, tento di esorcizzarne la paura che accada», sorride la scrittrice che si improvviserà anche libraia iniziando un tour nei negozi di quartiere: sabato 14, dalle 10 alle 13, sarà alla Cento fiori di pizzale Dateo a Milano. Leggerà e spiegherà i sui racconti e darà consigli di lettura. Qualche esempio? «“Il conte di Montecristo” di Alexandre Dumas è imprescindibile, è quell’avventura che non ti stanca mai. “Stagioni diverse” di Stephen King per capire che non è solo un horrorista e “La nausea” di Jean Paul Sartre, giusto epr rimanere ottimisti».
Premiato dai lettori Il libro, finanziato con il crowdfunding, è formato da quattordici racconti
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Ero una frana in tutto, ma a 16 anni ho scoperto che mi veniva naturale scrivere, felicemente Sara Nissoli