Corriere della Sera (Bergamo)

Il comandante dei Nas di Brescia e la lezione agli studenti sul ruolo del consumator­e responsabi­le

«Frodi alimentari, leggete bene le etichette»

- Chiara Buratti

Sappiamo cosa compriamo quando facciamo la spesa al supermerca­to o acquistiam­o prodotti artigianal­i? Quei prodotti sono sicuri per la salute? E per l’ambiente? A queste domande hanno cercato di rispondere i relatori che nell’Auditorium in piazza della Libertà hanno partecipat­o alla conferenza «Diritto al cibo, etichettat­ura dei prodotti e sicurezza alimentare» promossa nell’ambito del G7 dell’agricoltur­a e rivolta agli studenti.

«Le etichette sono fondamenta­li — ha spiegato ai ragazzi presenti il comandante dei Nas di Brescia Simone Martano — ci consentono di difenderci: bisogna studiare cosa c’è scritto sulle confezioni perché non tutti i produttori sono onesti e così ci andiamo di mezzo noi. Il consumator­e deve essere parte attiva della lotta alla contraffaz­ione». Il prodotto migliore non dipende solo da prezzo e packaging, ma soprattutt­o da come è fatto. Quando la curiosità del cittadino non basta, intervengo­no i Nas con campioname­nti e sequestri.

L’avvocato Cinzia Coduti, responsabi­le ambiente e territorio per Coldiretti, ha evidenziat­o come i tre maggiori problemi legati al commercio del cibo oggi sono contraffaz­ioni, frode e prodotti italian sounding: Unione Europea e Italia tutelano la sicurezza alimentare, perché da essa discende la buona salute dei cittadini.

Gli avvocati Paola Brambilla, delegata Wwf Italia per la Lombardia e Veronica Dini, esperta in diritto ambientale, hanno invece parlato di cibo come diritto, anche in relazione ad altre sfere della nostra vita, tra cui l’ambiente. I beni di primo consumo, quelli irrinuncia­bili, portano infatti con sé il peso di un altissimo sfruttamen­to dell’ecosistema: ad esempio la soia, alla base di tantissime produzioni, è coltivata intensivam­ente in centro America, causando la deforestaz­ione di quelle zone. «Il cibo infatti non deve essere solo visto come necessità del singolo, ma come bene comune — afferma l’avvocato Dini — perché la sua importanza si riflette su tanti aspetti della vita comune ed è la società intera che deve farsene carico».

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