Corriere della Sera (Bergamo)

NERAZZURRI SIAMO NOI

- di Cristiano Gatti

Ci sono momenti in cui pesano più tre sberle prese in quel modo a Genova che centodieci anni di storia. L’animo tifoso è parecchio originale, si lascia incidere a sangue dall’ultima partita e fatica a consolarsi con un carico enorme di passato. Ma questa data, di oggi, non può comunque scorrere via come tanti giorni qualunque: l’Atalanta compie 110 anni e significa qualcosa.

Ci sono mille numeri, duemila episodi, tremila personaggi che affollano questo compleanno. Consola ricordare che restiamo la provincial­e con più anzianità in serie A e che soprattutt­o abbiamo tastato l’aspro gusto della serie C soltanto una volta. Ma tra i tanti modi di celebrare, io ne scelgo uno a mio avviso sempre troppo trascurato da noi stessi devoti. È il modo che peraltro scelgo di frequente a Milano, quando la falange interista guarda dall’alto in basso verso Bergamo. Per gli spocchiosi bauscioni, ma in fondo per l’Italia intera, il nerazzurro significa Inter. Ma io non mi perdo d’animo, tanto meno mi stancherò mai di precisare: piano con i furti di identità, piano con i titoli tarocchi. L’Inter avrà i titoli e ora ha pure i cinesi, ma arriva dopo. Lo preciso anche a beneficio dei bergamasch­i che si lasciano sottomette­re troppo servilment­e: l’Atalanta nasce il 17 ottobre 1907, l’Inter il 9 marzo 1908. Il Pisa, pure nerazzurro, nasce nel 1909.

Non c’è storia, anzi c’è solo storia: i veri nerazzurri, anche se all’inizio eravamo un po’ bianchi, siamo noi. Gli altri sono fasulli. Diffidare delle imitazioni. Made in China.

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