G7, il giorno dei bilanci «Ora siamo tutti responsabili»
Il ministro Martina: stop allo spreco. Gori: coinvolti tutti i cittadini
Alla fine del G7 dell’Agricoltura è tempo di bilanci. Tanti i temi affrontati, come la difesa dei redditi degli agricoltori davanti alle crisi per il cambiamento climatico. «Ora — dice il ministro Martina — ognuno deve sentire forte la propria responsabilità».
Non solo un vertice istituzionale. Ma anche diverse occasioni per coinvolgere la città. Era uno degli obiettivi del G7 dell’Agricoltura. «E ci siamo riusciti — dice il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori —. Abbiamo dato ai cittadini la possibilità di partecipare a un evento che, in altri casi, è strettamente riservato alle rappresentanze diplomatiche. In questo caso c’è stata una dimensione pubblica, urbana direi, comunitaria, senza blindare la città».
Tra gli eventi più frequentati, il Mercato dei Mercati, dove gli espositori hanno esaurito le merci prima del termine della manifestazione. Oltre 3.500 persone, poi, hanno acquistato biglietti per l’appuntamento enogastronomico di Astino nel gusto. E più di 106 mila cittadini hanno partecipato agli appuntamenti di Agri-Cultura, dal mercato di Coldiretti (oltre 70 mila visitatori) alle conferenze sul tema «fame zero». «L’obiettivo che confermiamo con la Dichiarazione di Bergamo, adottata all’unanimità — dice il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina — è avere 500 milioni di persone libere dalla fame entro il 2030 attraverso impegni concreti dei sette Paesi. Lavoriamo nel solco di Taormina
e nella più ampia cornice Fame zero dell’Onu». Più volte, durante il G7 dell’Agricoltura, i ministri hanno usato la parola «empowering». «È un termine — spiega il ministro — che esprime perfettamente il senso dei nostri lavori. Serve
un’azione collettiva per far sì che tutti, a partire dalle realtà rurali più piccole, abbiano le competenze, la motivazione e le risorse adeguate per migliorare la qualità di vita. Il ruolo della cooperazione agricola sarà decisivo per raggiungere questo traguardo. Per questo abbiamo deciso di aumentare gli sforzi per favorire la produttività sostenibile in particolare in Africa, attraverso la condivisione di buone pratiche per aumentare la resilienza e accompagnare lo sviluppo delle comunità locali».
Tra i temi affrontati, quello della difesa dei redditi degli agricoltori davanti alle crisi dovute al cambiamento climatico e a quelle economiche. «Abbiamo affidato il mandato alla Fao — dice Martina — il mandato per studiare azioni sul tema. Ci sono temi sui quali dovremo aumentare ancora gli sforzi come la protezione dei suoli e della biodiversità, la maggiore trasparenza nella formazione del prezzo del cibo e la riduzione radicale dello spreco alimentare. Su questi fronti serve più consapevolezza, ognuno deve sentire forte la propria responsabilità». Anche per questo, spiega il ministro, si era deciso di organizzare un G7 aperto.
«Adesso — dice Gori — c’è la Dichiarazione di Bergamo, che avevamo auspicato come un desiderio, ma non immaginavamo si potesse effettivamente concretizzare. Ora la città è legata a una convergenza da parte dei Paesi G7 intorno a contenuti di grande portata e di lungo periodo, che hanno a che fare con l’agricoltura, l’ambiente e il tema della povertà del mondo, che ha a che fare con le migrazioni. Il fatto che sia nata a Bergamo e porti il nome di Bergamo ci rende molto orgogliosi».
L’obiettivo C’è l’impegno ad agire per avere 500 milioni di persone libere dalla fame entro il 2030