«Quello era il suo furgone, con ragionevole certezza»
In primo grado era stato uno degli argomenti più dibattuti, anche se la Corte di Bergamo gli aveva dato poco peso. Il furgone ripreso dalle telecamere attorno alla palestra. Ma secondo la Corte di Brescia ha un peso importante tanto da modificare il «giudizio di identificazione probabile dato con estrema prudenza dal Ris» in un «giudizio di identificazione ragionevolmente certa soprattutto se contestualizzato con gli spostamenti del Bossetti e rapportato alle intercettazioni ambientali».
Perché «sarebbe davvero singolare la coincidenza che in zona solitamente frequentata da Bossetti anche quel pomeriggio sia passato e ripassato in quella stessa zona un autocarro con 16 elementi identificativi identici a quello dell’imputato». È «un elemento di notevole rilevanza» anche il cellulare spento dalle 17,45 fino al mattino successivo. Era scarico, si «ricordava perfettamente» l’imputato, che però non ricorda dove fosse il giorno del delitto. Glielo dice la moglie Marita Comi nelle intercettazioni definite «di una evidenza solare». La Corte: «Non vi è la semplice assenza di un alibi ma vi è la prova positiva che quel pomeriggio e quella sera Bossetti non era a casa e che è tornato a casa più tardi del solito».
I giudici calcolano i tempi: scomparsa di Yara alle 18,55, 16 -18 minuti per arrivare al campo di Chignolo, permanenza sul posto per 15-20 minuti, ritorno a casa prima delle 20. E concludono che «il tempo di permanenza fuori casa del Bossetti sia del tutto compatibile con il tempo utilizzato dall’assassino per prelevare, stordire, trasportare Yara sul campo di Chignolo e per tornare presso la sua abitazione». E agli avvocati arriva la bacchettata: «Appare alquanto singolare e paradossale che la difesa e l’imputato, dopo aver specificatamente fatto riferimento alla necessità di “chiudere i giornali, spegnere la tv, abbandonare il web ed aprire i codici e la Costituzione” abbiano dato il loro consenso, unici tra le parti processuali, alla ripresa audio e televisiva del processo di secondo grado».