LA BANCA DEL FUTURO
Pago nei negozi e ai supermercati con il bancomat, per poter poi, con calma, conteggiare e classificare le spese. Ieri mattina è però capitato che la mia carta fosse rifiutata alla bottega del fruttivendolo. Il Pos rispondeva: «transazione non autorizzata», il che vuol dire, spesso, «mancanza di fondi». Ho pagato per contanti e mi sono subito recato alla banca per capire. Effettivamente, in seguito all’addebito, di cui non avevo ancora contezza, della imposta patrimoniale sui titoli a dossier, il mio conto corrente era passato a debito di 15 centesimi e il sistema tecnologico della banca aveva automaticamente bloccato, non fruendo di un fido, la carta bancomat. Sono rimasto un po’ sorpreso, ma poi mi sono compiaciuto per gli automatismi predisposti dalla banca. Essendo molto avanti negli anni, come usa dire, sono io stesso che mi premuro di tenere basso il saldo del conto corrente, che non fruendo di affidamento, non può andare a debito. Perdessi, o mi fossero sottratti, documenti per disporre sul conto, so di avere delimitato il danno massimo possibile. Il prezzo da pagare è che anche 15 centesimi a debito mettono fuori uso il bancomat. Ma ne vale la pena. Il computer della banca funziona in automatismo: non posso pensare che sia dotato di discrezionalità e di flessibilità. La speranza, ripristinate le condizioni per cui la carta bancomat possa di nuovo essere usata, di non dovere richiedere che qualcuno provveda, essendo il sistema informatico inflessibile nel blocco e altrettanto flessibile nello sblocco, è però andata delusa.
Il sistema non ha il doppio automatismo. Ed è, forse, conveniente, anche se scomodo. Il caso descritto dice che il futuro sarà di relazioni di clientela a distanza, più rigide in certi aspetti, quindi probabile più educative, che non prevedono il contatto del cliente con un operatore; ma che non può rinunciare al vantaggio di avere un dialogo con un dipendente della banca che sappia essere l’anello di congiunzione quando torna in essere la richiesta di discrezionalità e di consiglio. Sì che la qualità e la professionalità delle risorse umane, certo meno numerose, della banca, aiuti il cliente al più efficiente rapporto con la banca stessa. Ciò per utilizzare al meglio l’innovazione digitale-informatica. La riconversione delle risorse umane è essenziale per la banca prossima ventura.