Esplode caldaia, fuga di gas Gli operai bloccano i veleni
Alla Icib Bonelli. «Il piano di emergenza ha funzionato»
Un’implosione alla caldaia e la fuga di gas tossico. Paura ieri mattina a Treviglio alla Icib Bonelli durante una reazione chimica. A contenere il danno, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco, sono stati i due operai presenti in ditta con due estintori. «Il piano d’emergenza ha funzionato», il commento dell’Ats.
La parete del reattore per la produzione dell’acido fluoridrico collassa e si liberano nell’aria vapori velenosi. Ieri mattina è scattato l’allarme alla Icib Bonelli, azienda chimica che ha sede a Treviglio in via Casirate Vecchia a poche decine di metri dalla Stazione centrale, il principale scalo ferroviario della Bassa.
Erano appena passate le 7 quando la caldaia dell’impianto è implosa. L’azienda, che fa capo al gruppo sardo Fluorsid di Tommaso Giulini, presidente della società di calcio del Cagliari, con 15 mila tonnellate annue è la principale ditta che sintetizza acido fluoridrico, una sostanza per il decappaggio dell’acciaio, una sorta di lucidatura che lo rende pronto ad altre lavorazioni.
Secondo la ricostruzione dei tecnici del servizio igiene e prevenzione dell’Ats, all’improvviso una parte del caldaia dove stava avvenendo la reazione chimica è collassata su sé stessa, liberando il gas. In azienda c’erano solo un operaio, un trevigliese di 25 anni, e il caporeparto, un 32enne di Caravaggio. Entrambi avevano iniziato a lavorare alle 6. Appena i vapori hanno raggiunto i sensori delle centraline di controllo è scattato l’allarme. I due sono accorsi con degli estintori cominciando a inondare d’acqua il punto dove il reattore aveva ceduto.
L’acido fluoridrico è molto pericoloso, ma l’acqua ha il potere di abbatterlo al suolo. L’operato dei dipendenti ha contenuto la nube tossica che si stava formando. Intanto è scattata la macchina dei soccorsi: sono arrivati i vigili del fuoco di Treviglio e le unità specializzate nel rischio chimico da Bergamo e Milano che con gli idranti hanno abbattuto quel che rimaneva del gas, mettendo in sicurezza la fabbrica. La Icib è stata isolata con sbarramenti gestiti da polizia, carabinieri e Polizia locale. Sul posto l’automedica e un’ambulanza del 118 che hanno accompagnato i due operai all’ospedale per dei controlli. Per le verifiche ambientale sono intervenuti i tecnici dell’Ats.
Presente anche il sindaco Juri Imeri accompagnato dal consigliere comunale con la delega alla protezione civile Marco Ghiggini. All’unica famiglia sulla via è stato chiesto di tenere le finestre chiuse ma ha preferito allontanarsi fino alla fine dell’emergenza. «La tempestiva attivazione del piano d’emergenza — chiarisce Pietro Imbrogno, direttore del dipartimento Igiene e prevenzione sanitari dell’Ats Bergamo — ha permesso di evitare rischi per la popolazione nelle vicinanze dell’impianto».