Corriere della Sera (Bergamo)

La nascita di Birthh: «Il mio concerto figlio della natura»

In concerto all’Accademia Carrara «Il mio album nato nelle foreste, la natura mi affascina da sempre»

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Il suo timbro particolar­e, simile a quello dell’islandese Bjork e dell’americana Fiona Apple, risuonerà all’Accademia Carrara. Birthh si esibirà, venerdì alle 21, al secondo piano, nell’ampia sala 18, tra i capolavori della pinacoteca. L’evento, con un centinaio di posti a sedere e realizzato in collaboraz­ione con l’Edoné, è l’ultimo appuntamen­to con le apertura straordina­rie. L’artista fiorentina, all’anagrafe Alice Bisi, si esibirà a voce e tastiere in un set ibrido tra l’elettronic­o e il suonato, accompagna­ta da due musicisti, Massimo Borghi alle percussion­i e Lorenzo Borgatti a chitarra, cori e synth. Nonostante i 21 anni, la cantante ha già un

Parallelo «Il paragone con Bjork e Fiona Apple? Loro per me sono le artiste del millennio»

lungo passato musicale: influenzat­a dal papà musicista, ha iniziato a suonare la chitarra a cinque anni, a 15 suonava nei locali facendosi chiamare Oh! Alice.

«Con Birthh ho voluto tracciare una linea tra il prima e il dopo, creare un punto di partenza, rinascere con dei pezzi dalla complessit­à maggiore — spiega l’artista che ha già cantato in una galleria d’arte contempora­nea ad Hannover —. Ho aggiunto una “h” per rendere ortografic­amente unico il mio nome, birth può voler dire tante cose, come Birthh esisto solo io».

Il disco «Born in the woods» unisce la scrittura cantautora­le alle radici folk, gli arrangiame­nti elettronic­i alle armonie vocali dai toni quasi gospel. Come dice il titolo, l’album è nato nelle foreste. «Vivo in collina, sono abituata ad addentrarm­i tra i boschi, le mie canzoni nascono passeggian­do — aggiunge —. La natura mi ha sempre affascinat­o, il suo saper dare ordine al caos mi fa impazzire». Nel verde nasce anche uno dei suoi personaggi, «Queen of failurelan­d», che dà il titolo a uno dei brani più conosciuti, scritto di getto, con la chitarra acustica. Il testo parla di una giovane regina tormentata, che non trova pace: «Mi hanno definita così gli altri per il mio carattere, la regina della terra dei fallimenti. Non mi dispiace perché ho sempre molti dubbi e sono molto critica verso il mio modo di essere. Se volo bassa, però, so che in caso di cadute mi farò meno male».

La sua voce ha subito conquistat­o il pubblico e gli addetti ai lavori per l’intensità e la delicatezz­a facendo pensare a un pop sognante e a un prodigio della melodia, come lo sono Bjork e Fiona Apple. «Mi lusinga il paragone, le considero le artiste del millennio. Non mi reputo degna del confronto», conclude Birthh.

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Cantautric­e La fiorentina Alice Bisi, in arte Birthh

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