Corriere della Sera (Bergamo)

Il corto sul cibo metafora della vita vola a New York

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Il processo per fare la pasta fresca è paragonato alla vita. Crescendo, si può scegliere se diventare delle leggere tagliatell­e, delle deliziose fettuccine, delle sostanzios­e pappardell­e oppure una grande lasagna. A usare il cibo come metafora è David Corini, 25 anni, nato da papà Giorgio, di Grumello del Monte, e mamma Sonia, ecuadoregn­a. Il filmaker è autore del corto «Il viaggio» che è stato inviato a tutti i food festival del mondo. Approderà a quello di New York e potrebbe essere inoltrato anche alla prossima rassegna bergamasca.

Nel filmato, il regista, che da un paio d’anni vive a Madrid, dove ha appena concluso un master in Direzione della fotografia, mostra solo le mani al lavoro: amalgamano uova e farina, impastano, usano il mattarello e poi creano. «Inizi a cambiare, a trasformar­ti in un insieme particolar­mente complesso di idee, modelli e forme, che in realtà sono sempre stati dentro di te, la differenza è che ora potrai dar loro un nome», la voce in sottofondo commenta le immagini della lavorazion­e, con un paragone con il vissuto umano. Per poi proseguire: «Qualunque sia la tua scelta non finisce qui, dovrai rallentare, riflettere e capire perché ti sei trasformat­o nella pasta che hai sognato di essere. Con che salsa staresti meglio o quale ti darà la vita? Conterrà tutto, allegrie, delusioni, salato e dolce.

L’unica cosa per cui ne è valsa la pena è il viaggio che hai fatto, non dove ti bagni». Il giovane ritrae la società con i passi da percorrere per essere una persona completa e gli obiettivi da raggiunger­e. L’importante è, però, percorrere il cammino con coscienza. L’uso del linguaggio del cibo nasce dall’esperienza dei genitori di David che gestiscono in un quartiere disagiato di Quito la mensa per bambini e anziani in difficoltà «La lucha de los pobres», la lotta dei poveri.

«Tanti anni fa mio papà si è recato da volontario, con un prete, in Ecuador per costruire un ospedale, lì ha conosciuto mia mamma che cercava un impiego nel sociale, insieme hanno avviato il progetto — spiega David che ha dedicato il corto alla sua famiglia —. La cucina, a casa mia, é fondamenta­le, coltivare i prodotti, preparare i piatti partendo dal nulla, riunirsi per mangiare. In tutto il mondo la

tavola crea legami, memorie, suscita nostalgia, ti fa capire le differenti culture. La relazione dell’uomo con il cibo ha qualcosa di trascenden­tale». Dopo essersi ispirato alla tradizione culinaria paterna, David continuerà la serie di corti. Per il prossimo

volerà in Ecuador. «Questa volta userò le specialità del Sudamerica, in fondo il cibo e l’unico modo che abbiamo per sperimenta­re l’universo e farlo parte di noi stessi», conclude.

Oltremanic­a «Il viaggio» andrà al food festival di New York il prossimo anno

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Regista David Corini, 25 anni, di Grumello del Monte. Vive da due anni a Madrid

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