Corriere della Sera (Bergamo)

Tornano di moda i corsi di latino e greco Allievi di ogni età

I corsi dell’associazio­ne K’epos per imparare latino e greco, tornati di moda «Qui allievi di tutte le età: dagli studenti che devono recuperare, ai pensionati»

- Castellucc­i

La voce dei classici, greci e latini, è senza tempo, ma per avvertirla davvero non bastano le traduzioni: l’incontro con i testi deve avvenire nella stessa lingua in cui sono stati pensati. Con questo spirito, da nove anni, l’associazio­ne K’epos promuove due percorsi di lezioni, affiancate da un ciclo di letture pubbliche alla Biblioteca Angelo Mai.

In cattedra, due giovani laureati in Lettere Classiche alla Statale di Milano. I corsi base di latino e greco sono tenuti da Fabio Gatti, mentre quelli intermedi da Francesco Sangalli. «Sono materie di per sé inutili — è lapidario Sangalli —. Non sono strumenti, ma fini. L’obiettivo è leggere nella lingua originale, conoscendo storie e situazioni che non scontano vecchiaia».

Così, a seconda del livello, si parte dai rudimenti della grammatica e si inizia un’arrampicat­a, di versione in versione, verso l’Olimpo della letteratur­a. Verso i numi tutelari della cultura occidental­e: Eschilo, Sofocle, Erodoto, Tucidide, Plutarco, Polibio, Sallustio.

Ma il programma varia in base curiosità degli allievi. La classe si riunisce ogni giovedì pomeriggio, a partire dal 2 novembre, dalle ore 15 in poi (costo di 150 euro più 20 per l’iscrizione, entro il 31 ottobre) per 10 incontri; a febbraio parte un secondo modulo. Va messa in conto la fatica, ma le soddisfazi­oni — assicurano gli organizzat­ori — non tardano a ripagare gli studenti. «C’è chi abbandona e chi si iscrive per 3 o 4 anni di fila — racconta Sangalli —. L’età media varia, si va dai ragazzi dello Scientific­o, che vogliono recuperare il latino, a impiegati e insegnanti in pensione, anche di matematica (ride, ndr)».

In parallelo ci sono le letture, in traduzione, alla Angelo Mai (ingresso libero). L’associazio­ne è retta da professori del Sarpi, gli stessi che commentano i testi nell’alveo del tema di quest’anno: l’alterità e il rapporto con lo sconosciut­o, il «bárbaros». Ogni venerdì, alle 18, guidano in un viaggio assieme a Odisseo, «La scoperta di sé attraverso l’incontro con l’altro», il 3 novembre con Pierangelo Agazzi; a Erodoto e Menandro, «La frontiera culturale greco vs. barbaro», il 10, sempre con Agazzi; fino al confine macedone, con Luigi Venezia, il 17. Il primo dicembre tocca a Roma, con «La poesia latina di età augustea» di Donatella Savoldi, e il 15 dicembre si chiude con «Vitalità del mito classico nel teatro portoghese e brasiliano», a cura di Corrado Cuccoro.

Un tempo alunno, oggi Sangalli ha affiancato i suoi vecchi docenti, con la stessa ammirazion­e di allora: «Quando si leggono queste opere ci si rende conto che hanno ancora moltissimo da dire — chiosa —. A teatro, si portano tuttora le tragedie di 2.500 anni fa e Freud ha fondato la psicanalis­i sull’“Edipo Re”: cambiano le circostanz­e, ma non ciò che viviamo come uomini. La letteratur­a, se la si avvicina senza mediazioni, permette riflession­i di questo tipo che a scuola stanno arretrando».

Gli alunni «C’è chi abbandona dopo una lezione e chi si iscrive per quattro anni di fila»

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