Orio, finisce la guerra fredda con Venezia
Bruni: ripresi i contatti. Due anni fa la rottura
Il canale Orio al Serio-Venezia si è riaperto. «Sì, ci siamo incontrati», conferma il presidente di Sacbo Roberto Bruni. Torna a farsi avanti, dunque, l’alleanza su Montichiari. I rapporti tra Sacbo e Save si erano interrotti nel 2015, a causa degli accordi commerciali. Dopo aver gettato le basi di un’ipotesi di gestione comune dell’aeroporto di Montichiari, tra le due società di gestione degli scali si era alzato un muro. I veneti accusavano Sacbo di aver firmato «patti segreti» con Dhl. Mentre Sacbo imputò la rottura all’impossibilità di accettare una posizione di minoranza in una eventuale fusione su Montichiari. Una faccenda delicata anche ora, non a caso gli equilibri societari sullo scalo rimangono il principale nodo da sciogliere. Enrico Marchi, presidente di Save, riapre a Bergamo e rilancia: «Brescia ha potenzialità non solo per i cargo. Possiamo riconsiderare la questione con una soluzione di interesse sia per noi che per Orio».
Dal presidente di Sacbo, Roberto Bruni, arriva la stringata conferma. «Sì, è vero ci siamo incontrati lo scorso agosto». Più che i vagheggiamenti, i desiderata espressi nei campi politici bergamaschi e bresciani, sul possibile rilancio dell’aeroporto di Montichiari come appendice dello sviluppo di Orio e di alleanze con Sacbo, valgono i fatti. E i fatti, allo stato attuale, sono rappresentati dai decisi orientamenti di Enrico Marchi, ovvero colui che ad Est ha sempre avuto in mano il pallino della partita.
Chiuso il riassetto di Save, la società che gestisce gli scali di Venezia e Treviso, Marchi riconfermato presidente, riapre su Bergamo. Il dialogo con i vertici bergamaschi di Sacbo è ripreso. Parole sue. «Brescia ha potenzialità non solo per i cargo», ha dichiarato a margine del cda di Save (uscita dal listino di Borsa qualche giorno fa, a fronte dell’ingresso nella controllante Milione della francese Infravia e Deutsche Bank). «Possiamo riconsiderare la questione — rilancia Marchi
—, con una soluzione di interesse per entrambi». Ovvero una soluzione che accontenti sia Sacbo che Save.
Cosa che non era successa nel marzo del 2015. La scusa ufficiale che mandò a carte e quarantotto un tavolo tecnico, arrivato ad un passo dalla stretta finale e con una stringente lettera d’intenti diventata improvvisamente carta straccia, fu quella degli accordi «occulti» tra Sacbo e Dhl. Ne scaturì un feroce, reciproco scambio di accuse. Catullo e Save marchiarono Sacbo di un comportamento «censurabile e al di fuori di ogni etica», etichettando la società bergamasca come un interlocutore che «si è dimostrato inaffidabile». Sacbo rivendicò la sua correttezza: «Abbiamo subito un’aggressione commerciale». Ma ciò che stava dietro le schermaglie di facciata era ben più pesante: nella torta della newco, che si sarebbe creata per la gestione di Montichiari, a Bergamo sarebbe toccato il 25% contro il 50% in capo a Save. Figuriamoci. I grandi soci bergamaschi, che già mal digerivano un accordo alla pari, si sentirono offesi di quel possibile assetto che, in filigrana, è tornato nella sua improponibilità anche nella lettera d’addio dell’ex presidente, Miro Radici: «Cercavo un socio, non un padrone. Se l’avessi voluto l’avrei trovato in cinque minuti». Anche meno, visto che già c’era.
Ora si riparte. Bruni ha informato i consiglieri dell’incontro informale avuto con Marchi. «Sono solo stati riallacciati i contatti, non è ripresa alcuna trattativa», tiene a precisare l’ex sindaco di Bergamo. Il cda di Sacbo (che si riunirà questa mattina) non ha dato alcun mandato al suo presidente, ma non ha posto condizioni ostative ad una esplorazione delle intenzioni dello stesso Marchi, impegnato in un profondo ridisegno societario di Save. Nella partita a scacchi una pedina fondamentale è rappresentata dalla Catullo che ha in capo le quarantennali concessioni su Montichiari. Qui Save detiene il 40%. L’attesa
Brescia ha potenzialità non solo per i cargo. Possiamo riconsiderare la questione con una soluzione d’interesse sia per noi che per Orio Enrico Marchi Presidente Save Il nodo quote Gli equilibri societari su Montichiari restano la questione centrale da sciogliere
è che, con l’apertura a soci veronesi, possa arrivare alla maggioranza. Ma non è nelle percentuali di una maggioranza (oggi) relativa che vanno cercate le basi per la trattativa Bergamo-Venezia. Per questo, l’apertura ad Ovest di Marchi, pur con tutte le cautele del caso, sembra essere un passo verso il superamento del guado che porta all’alleanza.