Scarichi, Val Brembana nel mirino dell’Europa
L’acqua della pianura ha alti livelli di erbicidi e metalli Alcune zone delle valli sotto osservazione dell’Europa
Sempre più puliti fiumi e laghi bergamaschi, ma resta critica la situazione delle falde acquifere in pianura. La Val Brembana e altre zone di montagna sono a rischio infrazione della Ue. Pronti gli interventi del nuovo Piano acque regionale.
L’obiettivo è: «Arrivare al 2027 con tutti i fiumi, laghi e falde acquifere a livello Buono». Ci vorranno dieci anni di lavoro per il Piano acque regionale, perché i fiumi e i laghi stanno bene ma le falde acquifere della pianura nemmeno un po’.
Non hanno un bel colore i grafici mostrati ieri mattina allo Ster di Bergamo dai tecnici che hanno illustrato le novità del Piano di tutela approvato a fine luglio. O meglio. Sui 106 fiumi e torrenti solo 9 sono classificati «Non buoni» per inquinamento chimico, e c’è un 52% che ha condizioni ecologiche tra «Elevato» e «Buono», più un altro 33% di «Sufficiente». E per questo, si spiega, bisogna in parte ringraziare la crisi, che ha ridotto le industrie e quindi l’inquinamento. Ma anche il fatto che negli ultimi quattro-cinque anni sono stati realizzati molti depuratori nelle valli.
I laghi stanno anche meglio: il 75% dei punti di rilevazione sono classificati «Buono» e il resto «Sufficiente» dal punto di vista ecologico, mentre il livello chimico è «Buono» dappertutto.
Lungo i fiumi sono 70 ma hanno problemi di interramento a causa dei detriti
Il problema è per l’acqua che si beve. In pianura, delle otto falde che si stendono sotto campi e paesi ne sono state analizzate cinque. La quantità è «Buona» ma la qualità no: da sei anni su superano i limiti di sostanze chimiche per la presenza di metalli o di erbicidi e antiparassitari. In alcune zone è alto il cromo esavalente, risultato di vecchie pratiche industriali di cromatura. Tutte cose magari non in uso da an-
ni, ma nelle falde i tempi di ricambio sono molto lunghi.
In montagna va meglio, anche se ci sono zone sotto osservazione dall’Unione europea. Dal 2014 sono in corso procedure di infrazione, e se non ci si metterà in regola con la direttiva europea sugli obblighi di depurazione si rischiano sanzioni dai 9 milioni in su. Si sono da poco sistemati Val di Scalve, Castelli Calepio e Schilpario. Ma sono da com- pletare interventi in Val Brembana (molte reti fognarie e collettamento ai depuratori), Almenno San Salvatore e Colzate (completamento rete e collettamento) e Oltre il Colle (dove il depuratore manca). «Adesso tutti devono correre — dice Viviane Iacone, dirigente dell’Unità operativa Risorse idriche —. Ma bisogna riconoscere che Uniacque in questi anni ha fatto molto».
La situazione bergamasca è ancora buona, se si considera che in Lombardia è a livello «Buono» solo il 25% dei fiumi, il 50% dei laghi e il 18% delle falde. L’obiettivo delle 73 direttive del Piano regionale è di arrivare nel 2021 a livello «Buono» per maggior parte dei corpi idrici e per tutti nel 2027.
Si accelererà sul Servizio idrico integrato, sulla realizzazione di tutti i depuratori in sei anni, sulla gestione dei 70 ba- cini bergamaschi (fondamentali nelle estati asciutte ma che hanno problemi di interramento) e con criteri più stringenti sulla realizzazione di turbine. «Stiamo scontando — commenta l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi — tanti anni di mancata attenzione e di coordinamento degli enti, con ogni territorio che faceva per conto suo».