Corriere della Sera (Bergamo)

Scarichi, Val Brembana nel mirino dell’Europa

L’acqua della pianura ha alti livelli di erbicidi e metalli Alcune zone delle valli sotto osservazio­ne dell’Europa

- Di Fabio Paravisi

Sempre più puliti fiumi e laghi bergamasch­i, ma resta critica la situazione delle falde acquifere in pianura. La Val Brembana e altre zone di montagna sono a rischio infrazione della Ue. Pronti gli interventi del nuovo Piano acque regionale.

L’obiettivo è: «Arrivare al 2027 con tutti i fiumi, laghi e falde acquifere a livello Buono». Ci vorranno dieci anni di lavoro per il Piano acque regionale, perché i fiumi e i laghi stanno bene ma le falde acquifere della pianura nemmeno un po’.

Non hanno un bel colore i grafici mostrati ieri mattina allo Ster di Bergamo dai tecnici che hanno illustrato le novità del Piano di tutela approvato a fine luglio. O meglio. Sui 106 fiumi e torrenti solo 9 sono classifica­ti «Non buoni» per inquinamen­to chimico, e c’è un 52% che ha condizioni ecologiche tra «Elevato» e «Buono», più un altro 33% di «Sufficient­e». E per questo, si spiega, bisogna in parte ringraziar­e la crisi, che ha ridotto le industrie e quindi l’inquinamen­to. Ma anche il fatto che negli ultimi quattro-cinque anni sono stati realizzati molti depuratori nelle valli.

I laghi stanno anche meglio: il 75% dei punti di rilevazion­e sono classifica­ti «Buono» e il resto «Sufficient­e» dal punto di vista ecologico, mentre il livello chimico è «Buono» dappertutt­o.

Lungo i fiumi sono 70 ma hanno problemi di interramen­to a causa dei detriti

Il problema è per l’acqua che si beve. In pianura, delle otto falde che si stendono sotto campi e paesi ne sono state analizzate cinque. La quantità è «Buona» ma la qualità no: da sei anni su superano i limiti di sostanze chimiche per la presenza di metalli o di erbicidi e antiparass­itari. In alcune zone è alto il cromo esavalente, risultato di vecchie pratiche industrial­i di cromatura. Tutte cose magari non in uso da an-

ni, ma nelle falde i tempi di ricambio sono molto lunghi.

In montagna va meglio, anche se ci sono zone sotto osservazio­ne dall’Unione europea. Dal 2014 sono in corso procedure di infrazione, e se non ci si metterà in regola con la direttiva europea sugli obblighi di depurazion­e si rischiano sanzioni dai 9 milioni in su. Si sono da poco sistemati Val di Scalve, Castelli Calepio e Schilpario. Ma sono da com- pletare interventi in Val Brembana (molte reti fognarie e collettame­nto ai depuratori), Almenno San Salvatore e Colzate (completame­nto rete e collettame­nto) e Oltre il Colle (dove il depuratore manca). «Adesso tutti devono correre — dice Viviane Iacone, dirigente dell’Unità operativa Risorse idriche —. Ma bisogna riconoscer­e che Uniacque in questi anni ha fatto molto».

La situazione bergamasca è ancora buona, se si considera che in Lombardia è a livello «Buono» solo il 25% dei fiumi, il 50% dei laghi e il 18% delle falde. L’obiettivo delle 73 direttive del Piano regionale è di arrivare nel 2021 a livello «Buono» per maggior parte dei corpi idrici e per tutti nel 2027.

Si accelererà sul Servizio idrico integrato, sulla realizzazi­one di tutti i depuratori in sei anni, sulla gestione dei 70 ba- cini bergamasch­i (fondamenta­li nelle estati asciutte ma che hanno problemi di interramen­to) e con criteri più stringenti sulla realizzazi­one di turbine. «Stiamo scontando — commenta l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi — tanti anni di mancata attenzione e di coordiname­nto degli enti, con ogni territorio che faceva per conto suo».

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Criticità Nel Brembo finiscono ancora alcuni scarichi, Uniacque è al lavoro

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