Corriere della Sera (Bergamo)

Gasp, un sorriso a metà «Male tecnicamen­te»

Il tecnico: «Rosa troppo ampia ed è due anni che lo dico»

- M.M.

Sorridente per il risultato. E per poco altro. Gian Piero Gasperini, nonostante il 3-0 dell’Atalanta con il Verona, non è completame­nte soddisfatt­o. Lo si era intuito sempliceme­nte guardandol­o sbraitare contro i suoi, soprattutt­o nei primi 45 minuti («È vero, mi sono sgolato, avessi avuto un time out l’avrei chiesto»). Una danza, a bordo campo, quasi isterica per via del gioco opaco dei nerazzurri. «La frazione iniziale è stata un po’ a rischio. Abbiamo avuto delle opportunit­à, che poi finivamo per non concretizz­are. Anzi, abbiamo concesso diversi contropied­i, alcuni veramente pericolosi — è l’analisi del tecnico nerazzurro —. È stata una roulette russa e io non amo giocare questo tipo di gare. Tatticamen­te e tecnicamen­te non abbiamo interpreta­to bene l’impegno con l’Hellas. Soprattutt­o sugli esterni che si schiacciav­ano troppo contro i nostri attaccanti. Anzi, Hateboer a volte era venti metri oltre Ilicic».

Sì, ma nella ripresa poi i bergamasch­i hanno dilagato. «Abbiamo dominato il match, ma a livello tecnico non abbiamo recuperato. Sbagliavam­o controlli e ho visto molti passaggi sporchi — continua l’allenatore —. È un peccato Gian Piero Gasperini è al secondo anno alla guida dell’Atalanta

perché questa era l’occasione giusta per prendere sicurezza».

Gasp, però, vuole togliersi un sassolino dalla scarpa ritornando su un vecchio cavallo di battaglia, la rosa troppo ampia. La miccia è una domanda sullo scarso utilizzo di Kurtic. «A me non sembra che lo sloveno giochi poco. Anzi, entra e fa gol — lo sfogo del mister —. Rispetto all’anno scorso ha dei minuti in meno, ma credo sia normale con un gruppo di 26 giocatori. Un numero che io non ho mai voluto. È due anni che lo dico, ma certe scelte si fanno a inizio stagione. Non siamo come nel rugby che scendono in campo in

15, questo è il calcio dove cominciamo in 11 e poi entrano in tre. Un numero così alto è la base per fare casino, ma ho la fortuna di avere ragazzi seri nonostante la giovane età».

L’ondata travolge anche il turnover: «Pensate che alcuni non hanno nemmeno giocato e pensate che non sono nemmeno obbligato a fare i cambi. Anzi, non so se in futuro mi affiderò al turnover, non c’è scritto da nessuna parte che debba farlo. Io faccio giocare chi penso mi faccia vincere». E, ultimament­e, il pensiero del Gasp non fa cilecca.

È normale che qualcuno giochi meno con 26 in rosa, non siamo nel rugby che vanno in campo in 15. E non è detto che farò ancora turnover Gian Piero Gasperini

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Allenatore

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