Il centrodestra all’attacco di Gori Lui: resto sindaco
Pronti manifesti a tappeto: città tradita
Hanno aspettato giusto l’investitura ufficiale del partito. Poi le opposizioni si sono scatenate contro Giorgio Gori, da due giorni candidato ufficiale del Pd alla presidenza della Regione. Prima con richieste unanimi di dimissioni dalla carica di primo cittadino, che ieri sono arrivate dal centrodestra, anche a livello regionale, e dai consiglieri cinquestelle. «Non mi dimetto — ha replicato Gori —. Deciderò in base alla legge, come hanno fatto in passato anche sindaci di centrodestra». Ma Forza Italia, Lista Tentorio, Lega Nord e Fratelli d’Italia stanno organizzando anche una campagna con maxi affissioni in città, con poster di diverse dimensioni che da lunedì tappezzeranno le vie di Bergamo. Gli slogan: «Gori tradisce Bergamo» e «Due anni senza sindaco». La distribuzione dei manifesti sarà accompagnata anche da una trentina di gazebo che nel giro di pochi giorni saranno organizzati nelle piazze.
Dopo l’investitura ufficiale dalla direzione regionale del Pd, centrodestra e M5S chiedono le dimissioni di Giorgio Gori. Il sindaco ha iniziato la campagna elettorale ed è al lavoro sul programma: sabato 18 novembre, a Milano, è prevista la convention di lancio della sua candidatura, ma le opposizioni vogliono rovinargli la festa.
I quattro gruppi di centrodestra in Consiglio comunale — Forza Italia, Lista Tentorio, Lega e Fratelli d’Italia — stanno organizzando una campagna con maxi affissioni in città. Gli slogan sono stati decisi da tempo: «Gori tradisce Bergamo» e «Due anni senza sindaco». L’idea è tappezzare la città dal 6 novembre e organizzare anche una trentina di gazebo concentrati in pochi giorni. «Faremo gazebo a raffica — dice l’ex sindaco Franco Tentorio — e metteremo dappertutto manifesti grandi e piccoli. Sarà un modo per indicare a tutti i cittadini la scorrettezza della scelta di Gori di lasciare il Comune e la sua mancanza di esperienza in Regione. La campagna ce la pa- gheremo noi consiglieri di tasca nostra».
Il centrodestra promette che sarà un novembre caldo. «Gori aveva promesso che avrebbe cambiato il volto della città invece — dice l’assessore regionale Alessandro Sorte (Forza Italia) — Bergamo è sempre più isolata. Il collegamento aereo Bergamo-Roma non c’è più, lui poi si è messo di traverso sul potenziamento della linea Bergamo-Treviglio con la fermata a Treviglio Ovest e quando fa l’elenco delle priorità lascia fuori la tangenziale di Verdello. È chiaro che Gori non ha in testa Bergamo». Per il segretario provinciale della Lega Daniele Belotti «Gori si dimostra un opportunista e lo fa alle spalle dei cittadini bergamaschi che gli hanno dato fiducia. Ci sta che un sindaco si candidi in Regione, ma al secondo mandato, non dopo quattro anni». E Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda, aggiunge che «una città importante come Bergamo non può avere un sindaco part time impegnato in una campagna elettorale per i prossimi mesi».
Anche il M5S va all’attacco e chiede a Gori di lasciare Palazzo Frizzoni. «Bergamo ha bisogno di un primo cittadino realmente interessato a lavorare per la città e concentrato sui problemi dei bergamaschi, non sulla sua personale carriera politica — dice il consigliere regionale Dario Violi insieme ai consiglieri comunali Fabio Gregorelli e Marcello Zenoni —. Gori non può usare la sua poltrona come salvagente». Ma il sindaco non ha intenzione di lasciare a breve. «Gori non si dimetterà prima del voto — spiega una nota arrivata da Palazzo Frizzoni —. Deciderà in base a quanto la legge dispone, come è successo nel passato per molti altri sindaci di centrodestra e Lega». Dall’eventuale elezione in Regione (come semplice consigliere o come governatore, si vedrà) avrà per legge 90 giorni di tempo per decidere cosa fare.
La data La convention di lancio della candidatura in programma a Milano per il 18 novembre