Bruni: così potrà vincere Tentorio: non ha esperienza
Tentorio: farò di tutto perché perda
La candidatura di Gori vista da sinistra e da destra: parlano i suoi due predecessori sulla poltrona di sindaco. Roberto Bruni, centrosinistra ( foto in
alto) lo incita a creare programmi anche su scala locale. Franco Tentorio, centrodestra
(foto in basso) lo accusa di avere «tradito gli elettori».
Tradisce il mandato degli elettori: quando io ero sindaco e mi chiesero di fare il deputato li mandai a quel paese. Ora corriamo il rischio che per quasi due anni la città resti senza il sindaco, cosa che non era mai capitata nella storia Franco Tentorio Consigliere comunale
Franco Tentorio, in Consiglio comunale a Bergamo dal 1970 e sindaco dal 2009 al 2014, come vede da destra la candidatura di Giorgio Gori?
«La vedo come quella di uno che tradisce il mandato degli elettori. Corriamo il rischio che per quasi due anni la città non abbia il sindaco, cosa che non è mai capitata nella storia. Quando ero io ad essere sindaco mi hanno chiesto di candidarmi a deputato ma li ho mandati a quel paese».
Molti stanno chiedendo le dimissioni di Gori.
«Ma di fatto è già dimesso, perché andando a fare la campagna elettorale dappertutto già oggi si dedica a tutt’altro. La città ormai per lui non esiste più».
L’ha avuto come avversario in campagna elettorale e in Consiglio comunale. Pregi e difetti.
«Pregi: è intelligente e si impegna. Difetti: è spregiudicato, ha un’ambizione senza limiti rivolta alla sua persona che gli fa superare la parola data ai cittadini».
Quindi è l’ambizione a spingere Gori?
«È una scelta non facilmente comprensibile. Se fossi stato in lui, volendo tradire l’impegno con i bergamaschi avrei puntato a Roma, contrattando un posto di responsabilità. La candidatura in Regione è una scelta che mi sembra molto pericolosa per lui, perché se perdesse avrebbe due alternative: rimanere in Regione a fare il capo dell’opposizione, e sarebbe la cosa più seria perché avrebbe preso i voti per fare quello, oppure tornare a fare il sindaco ma azzoppato. Sono più i rischi che i vantaggi, ma ormai si è esposto e non può più tirarsi indietro, e la situazione politica non è a favore del centrosinistra». Che possibilità ha di vincere? «Preferisco non azzardare percentuali anche se è indubbiamente un avversario forte, l’ho sperimentato direttamente io stesso. Anche se quando ha vinto le elezioni comunali Renzi in città era arrivato al 44% mentre oggi i dati nazionali lo danno al 25%. Penso che lo stesso valga per Gori, anche se mancano ancora alcuni mesi».
Il lavoro svolto da sindaco potrebbe essere un buon biglietto da visita?
«Ha avuto due grandi fortune. Una che ha potuto portare a termine alcune opere iniziate da noi, come la Carrara, la Finanza ai Riuniti, la stessa Montelungo. E poi l’enorme vantaggio che non c’è più il Patto di stabilità, oltre ad avere ottenuto i 18 milioni del Patto per le periferie. Aggiungo una mia preoccupazione per un’idea di Gori che potrebbe rendere reale nel caso vincesse. Cioè di aprire indiscriminatamente all’immigrazione dando la residenza a tutti gli stranieri che sono in Italia, indipendentemente dal fatto che ne abbiano o meno diritto».
Ma è una cosa che può fare un presidente di Regione?
«Potrebbe insistere con maggiore forza per ottenerlo dal governo».
È iniziata la compagna di Gori ma sta per partire la vostra controcampagna.
«Ci saranno manifesti e gazebo per indicare la scorrettezza della sua scelta e la sua pericolosità, perché Gori manca totalmente di esperienza in Regione. Spero che perda e farò tutto il possibile perché accada».
I rischi «Per lui più pericoli che vantaggi. Se perderà potrà fare il capo dell’opposizione o il sindaco, ma azzoppato»