L’Atalanta cerca la qualificazione Ma senza il Papu
Sette punti dopo tre partite: negli ultimi 5 anni le squadre nella situazione dell’Atalanta si sono sempre qualificate E il Papu salta l’Apollon
Se le statistiche sono dalla sua parte, l’infermeria un po’ meno. L’Atalanta domani giocherà a Cipro senza il Papu Gomez (foto). L’attaccante argentino è ancora bloccato dal piede destro, colpito da Quagliarella nella partita con la Samp del 15 ottobre.
Tifosi bergamaschi toccate pure ferro. Togliete dai cassetti corni prestati o regalati dai cugini napoletani e sventolateli, magari sotto la Nord. Fate tutti gli scongiuri del caso, ricordandovi che i numeri non guardano in faccia a nessuno.
La statistica in Europa League dice che negli ultimi cinque anni tutte le squadre che dopo tre giornate si trovavano a sette punti — gli stessi dell’Atalanta alla vigilia della gara contro i ciprioti dell’Apollon Limassol — si sono qualificate. Dal Celtic al Salisburgo, passando per il Newcastle e il Sion, dal 2012 al 2016 sono state 28 le formazioni in queste condizioni. E tutte hanno guadagnato il passaggio del turno. Di più, il 65 per cento ha vinto il girone. Nelle 28 società si trovano anche tre italiane. Andando a ritroso, c’è la Fiorentina nella scorsa stagione. I viola chiusero il gruppo J a 13 punti con 15 reti fatte e 6 subite. Nella stagione 2015/2016 anche la Lazio vinse il suo girone, ma con 14 punti. All’Inter è capitato due volte di terminare l’andata con sette punti. Nel 2014 vinse il raggruppamento con 12 , mentre nel 2012 si piazzò al secondo posto con 11 lunghezze.
Le statistiche, però, sono fatte (anche) per essere smentite. Per far sì che valgano anche per l’Atalanta serve, ovviamente, che il bussolotto contenente il nome degli orobici sia inserito nell’urna di Lyon l’11 dicembre, data del sorteggio per i sedicesimi di finale di Europa League. Bussolotto che potrebbe già essere confezionato domani sera alle 21 ore italiane (ore 20 cipriote), al termine della sfida contro gli uomini allenati da Sofronis Augousti. Perché nel caso i bergamaschi vincessero e, contemporaneamente, l’Everton (in crisi nera anche in campionato, è in zona retrocessione ed è reduce da un k.o. per 2-0 contro il Leicester) non riuscisse a battere il Lione, allora si brinderebbe già a Nicosia.
Insomma, tutto è a portata di mano. Ma vincere a Cipro potrebbe essere più complicato del previsto. C’è innanzitutto da fare i conti con l’assenza di Gomez. L’argentino non è partito dall’Italia. Con lui sono rimasti a Zingonia Mancini (problema alla caviglia), Bastoni (fastidio a un flessore) e Schmidt, che sta recuperando dall’operazione ai legamenti. Ci saranno invece de Roon, Vido e Cornelius (il danese è stato convocato per gli spareggi che la Danimarca si giocherà contro l’Irlanda l’11 e 14 novembre) che due giorni fa si erano allenati a parte. Tornando al Papu, il problema che lo blocca riguarda il «solito» piede destro, quello colpito duro da Quagliarella in Sampdoria-Atalanta del 15 ottobre. Il numero dieci aveva stretto i denti contro i ciprioti all’andata e pure con il Verona in campionato, dando però forfait nell’ultima sfida, quella persa dai nerazzurri a Udine. A fermarlo — oltre alla botta — una borsite, cioè un’infiammazione ai tendini. Infermeria a parte, c’è anche il «momento no» dei nerazzurri, reduci dalla sconfitta in Friuli non digerita assolutamente da Gasperini. L’allenatore non ha giustificato il risultato e ha deplorato il modo con cui è maturato. E cioè, secondo il tecnico di Grugliasco, senza mettere in campo quella determinazione che ha contraddistinto la squadra nella cavalcata della scorsa stagione.
C’è anche il momento dell’Apollon con cui fare i conti. A Cipro sono imbattuti: quattro vittorie e tre pareggi. Sono quinti in classifica a sette punti dalla capolista Aek Larnaca. Ma con tre partite da recuperare.