Corriere della Sera (Bergamo)

Torri da demolire Sale la tensione tra gli irriducibi­li

«Il sindaco minaccia l’uso della polizia». Bagini: è la legge

- Pietro Tosca

Nelle torri di Zingonia da abbattere 52 famiglie non vogliono lasciare le loro case, ma lo dovranno fare entro fine anno. «Ci minacciano di fare intervenir­e la polizia», sostengono. «È la legge», replica il sindaco di Ciserano Enea Bagini.

Si avvicina la data degli espropri e cresce la tensione alle torri di Zingonia. Cresce soprattutt­o tra i residenti in regola, proprietar­i degli appartamen­ti o semplici affittuari che non vogliono lasciare le loro case. Uno status che ormai nei tre palazzi Anna e nei tre Athena è appannaggi­o di 52 famiglie, in tutto 122 persone. A breve si troveranno nella casella della posta la notifica dell’esproprio a cui a dicembre fara seguito la presa di possesso che coinciderà con lo sfratto. I nervi ormai sono a fior di pelle. Lo si è visto ieri alla Anna 1, dove da due giorni manca l’energia elettrica a causa delle manomissio­ne dell’impianto, probabilme­nte l’intervento maldestro di qualche occupante abusivo. Domenica ha cominciato a saltare la corrente e poi non è più tornata. Ieri si sono presentati i tecnici dell’Enel. Ma non per trovare il guasto provocato dalla manomissio­ne: la decisione draconiana della compagnia elettrica è stata quella di spostare tutti i contatori nell’ex banca al

pianterren­o. A questo punto però sono insorti i residenti in regola. «Perché mi devono spostare il contatore dall’appartamen­to? — protesta Maria Ferrarese, una delle poche italiane che abitano ancora nelle

torri —. Ho acquistato casa qui negli anni Ottanta, sono a posto con le bollette, se c’è un guasto i tecnici lo trovino girando per gli appartamen­ti anche con i carabinier­i». I residenti si dicono disposti a presentare una denuncia per interruzio­ne di pubblico servizio e la situazione è rimasta in stallo. Intanto proprio le famiglie della torre Anna 1 lunedì sera sono state chiamate dal sindaco in vista degli espropri. Il Comune ha rimesso sul tavolo l’offerta economica di 6mila euro per appartamen­to aggiungend­o la possibilit­à, per chi lascia, di un affitto sociale in una casa Aler. All’incontro si sono presentate sette famiglie e solo una ha accettato la proposta.

In difesa di chi resiste è tornato a farsi sentire il comitato dei residenti. «Non voglio pensare cosa potrebbe succedere in caso di sfratti — spiega Claudio Cerruti in rappresent­anza di 40 famiglie —. Le case dell’Aler offerte dal Comune sono quelle messe a disposizio­ne già anni fa. La gente in regola non vuole lasciare le proprie abitazioni anche perché sa che verrebbero occupate e perderebbe­ro definitiva­mente di valore. Nelle torri ogni volta che se ne va un residente entrano molti abusivi. Il clima si sta facendo pesante. I regolari hanno i nervi a fior di pelle. C’è tempo fino all’immissione in proprietà per trovare una soluzione. Bisogna evitare il muro contro muro». Per il comitato la soluzione è quella di una casa contro una casa e accusa il sindaco Enea Bagini di «essere pronto a ricorrere alla forza di polizia per gli sfratti».

«Non minaccio niente — ribatte Bagini —: lo prevede la legge. L’incontro era per invitare i residenti a sfruttare la possibilit­à di trasferirs­i in un’abitazione Aler. Non si parlava della proprietà delle loro case. Anche l’avvocato del comitato l’ha giudicata una buona proposta, soprattutt­o perché il tempo ormai stringe».

L’ultimo disguido Al palazzo Anna 1 manca l’elettricit­à da due giorni, Enel ha spostato i contatori

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I tempi Entro fine dicembre gli edifici dovranno essere svuotati

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