Torri da demolire Sale la tensione tra gli irriducibili
«Il sindaco minaccia l’uso della polizia». Bagini: è la legge
Nelle torri di Zingonia da abbattere 52 famiglie non vogliono lasciare le loro case, ma lo dovranno fare entro fine anno. «Ci minacciano di fare intervenire la polizia», sostengono. «È la legge», replica il sindaco di Ciserano Enea Bagini.
Si avvicina la data degli espropri e cresce la tensione alle torri di Zingonia. Cresce soprattutto tra i residenti in regola, proprietari degli appartamenti o semplici affittuari che non vogliono lasciare le loro case. Uno status che ormai nei tre palazzi Anna e nei tre Athena è appannaggio di 52 famiglie, in tutto 122 persone. A breve si troveranno nella casella della posta la notifica dell’esproprio a cui a dicembre fara seguito la presa di possesso che coinciderà con lo sfratto. I nervi ormai sono a fior di pelle. Lo si è visto ieri alla Anna 1, dove da due giorni manca l’energia elettrica a causa delle manomissione dell’impianto, probabilmente l’intervento maldestro di qualche occupante abusivo. Domenica ha cominciato a saltare la corrente e poi non è più tornata. Ieri si sono presentati i tecnici dell’Enel. Ma non per trovare il guasto provocato dalla manomissione: la decisione draconiana della compagnia elettrica è stata quella di spostare tutti i contatori nell’ex banca al
pianterreno. A questo punto però sono insorti i residenti in regola. «Perché mi devono spostare il contatore dall’appartamento? — protesta Maria Ferrarese, una delle poche italiane che abitano ancora nelle
torri —. Ho acquistato casa qui negli anni Ottanta, sono a posto con le bollette, se c’è un guasto i tecnici lo trovino girando per gli appartamenti anche con i carabinieri». I residenti si dicono disposti a presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio e la situazione è rimasta in stallo. Intanto proprio le famiglie della torre Anna 1 lunedì sera sono state chiamate dal sindaco in vista degli espropri. Il Comune ha rimesso sul tavolo l’offerta economica di 6mila euro per appartamento aggiungendo la possibilità, per chi lascia, di un affitto sociale in una casa Aler. All’incontro si sono presentate sette famiglie e solo una ha accettato la proposta.
In difesa di chi resiste è tornato a farsi sentire il comitato dei residenti. «Non voglio pensare cosa potrebbe succedere in caso di sfratti — spiega Claudio Cerruti in rappresentanza di 40 famiglie —. Le case dell’Aler offerte dal Comune sono quelle messe a disposizione già anni fa. La gente in regola non vuole lasciare le proprie abitazioni anche perché sa che verrebbero occupate e perderebbero definitivamente di valore. Nelle torri ogni volta che se ne va un residente entrano molti abusivi. Il clima si sta facendo pesante. I regolari hanno i nervi a fior di pelle. C’è tempo fino all’immissione in proprietà per trovare una soluzione. Bisogna evitare il muro contro muro». Per il comitato la soluzione è quella di una casa contro una casa e accusa il sindaco Enea Bagini di «essere pronto a ricorrere alla forza di polizia per gli sfratti».
«Non minaccio niente — ribatte Bagini —: lo prevede la legge. L’incontro era per invitare i residenti a sfruttare la possibilità di trasferirsi in un’abitazione Aler. Non si parlava della proprietà delle loro case. Anche l’avvocato del comitato l’ha giudicata una buona proposta, soprattutto perché il tempo ormai stringe».
L’ultimo disguido Al palazzo Anna 1 manca l’elettricità da due giorni, Enel ha spostato i contatori