Corriere della Sera (Bergamo)

«Ascoltare tutti i territori per vincere»

Bruni: va ricordato, siamo sfavoriti

- Fabio Paravisi

Dovrebbe cercare di convincere tutti, anche sensibilit­à diverse: nel centrosini­stra prevale più la pulsione a dividersi che quella ad unirsi. Spero che dopo 22 anni di governo del centrodest­ra in Regione, si capisca che c’è bisogno di voltare pagina Roberto Bruni Consiglier­e regionale

Punti deboli «Un problema per la campagna di Gori è che lo schieramen­to che lo sostiene è molto eterogeneo»

Roberto Bruni, vent’anni da consiglier­e comunale fra Alzano e Bergamo, cinque da sindaco del capoluogo e dal 2013 consiglier­e regionale di opposizion­e, come vede da sinistra la candidatur­a di Giorgio Gori?

«Io ne penso tutto il bene possibile. Credo che potrà portare una capacità forte di innovazion­e e una grande determinaz­ione nel perseguire gli obiettivi».

Da ex sindaco, che cosa pensa gli possa dare in più la sua esperienza al governo della città?

«Soprattutt­o il fatto di conoscere i problemi concreti che un sindaco incontra nell’esperienza quotidiana. Questo dovrebbe contribuir­e a migliorare il rapporto tra la Regione e le autonomie locali e, mi auguro, anche a superare una cosa che raramente viene denunciata, cioè una sorta di centralism­o regionale che si sovrappone a quello statale».

Ripensando ai candidati di centrosini­stra sconfitti negli anni, quali errori dovrà evitare?

«Ho seguito da vicino la campagna di Ambrosoli, che è stato penalizzat­o dal fatto di essere partito troppo tardi, con primarie in dicembre ed elezioni in febbraio, e ha pagato un deficit di notorietà. Mentre credo che Gori abbia un po’ di tempo in più e se lo sia anche preso, nel senso che si sapeva da tempo che era candidato presidente. E come notorietà ha un’ottima base e si è mosso molto bene». Come deve continuare? «Penso che debba creare soprattutt­o una campagna elettorale che pur non trascurand­o le città debba puntare alla Lombardia cosiddetta minore. Perché il centrosini­stra spesso vince nelle città ma poi perde nei paesi. Mi sembra buona anche la sua intenzione di avere sì un programma generale ma anche uno per ogni territorio. Mentre in passato si è pensato troppo al carattere generale senza pensare a quelli locali».

Quali sono i punti deboli della situazione di Gori?

«Il fatto che dobbiamo rimontare: è una campagna non semplice, abbiamo delle chance ma non partiamo certo favoriti. Un punto debole, che può diventare forte, è costituito dall’eterogenei­tà dello schieramen­to che dovrebbe sostenerlo». E come lo può superare? «Dovrebbe cercare di convincere tutti, anche sensibilit­à diverse, nonostante nel centrosini­stra purtroppo prevalga più la pulsione a dividersi che quella ad unirsi. Spero che dopo 22 anni di governo del centrodest­ra in Regione ci sia nel centrosini­stra la convinzion­e del bisogno di voltare pagina mettendo da parte le divisioni».

Oltre che da destra, si dovrà guardare quindi anche da sinistra?

«Non è detto. È vero che per ora non si è riusciti a trovare un accordo, ma credo che spazi di manovra ci siano ancora».

Da più parti gli si sta chiedendo di dimettersi.

«Non c’è una ragione al mondo perché debba farlo». E lei si ricandida? «No, basta. Il prossimo anno ne compio 69, ho la mia profession­e, e in questi decenni di politica ho dato molto e ricevuto molto. Ma se Gori mi chiederà di collaborar­e, lo farò volentieri».

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Sinistra Roberto Bruni, sindaco 2004-2009

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