La resurrezione di Bergamo «Mai mancata la fiducia»
Il salto dalla Serie B alla Serie A2 nel basket è davvero durissimo. Le 2 categorie appartengono a pianeti completamente diversi e il pericolo disorientamento è dietro l’angolo se le società non si attrezzano per tempo. La polizza di Bergamo in questo senso è Ferencz Bartocci, dirigente in grado di dettare tempi e modalità di una transizione che non poteva essere scevra di passaggi a vuoto. L’impresa con Piacenza, prima vittoria dopo 4 k.o., rappresenta uno squarcio di sereno in un quadro emotivo che si era complicato a causa degli infortuni. «Vincere ruotando solo 7 uomini in trasferta è il giusto premio per gli sforzi fatti — spiega il general manager —. Pur avendo dimostrato di potercela giocare con tutti, eravamo arrivati a un punto di rabbia e determinazione notevole. Eravamo stanchi delle pacche sulle spalle per le belle prestazioni che però ci avevano lasciato con un pugno di mosche in mano». Il segreto della svolta risiede nella capacità di ripartire le responsabilità offensive: «Prima andavano sempre solo 2 uomini in doppia cifra, questa volta ce l’hanno fatta in 5. La nostra fortuna però dipende dall’aggressività in difesa». Alla vigilia della stagione tutti hanno etichettato Bergamo come la squadra candidata alla retrocessione diretta. Un manto di scetticismo che piano piano si sta sollevando: «A partire dal presidente, tutto l’ambiente ci è stato vicino, lasciandoci lavorare con tranquillità nonostante i risultati. Il lavoro di quest’estate ci premierà perché la qualità di squadra e staff è eccellente. Ciocca è un allenatore meticoloso. È un grande motivatore, è stata un’ottima scelta quella di confermarlo in A2». I due infortunati stanno per tornare: Sanna sarà nella rotazione già dalla trasferta di domenica a Jesi mentre Bergstedt tornerà con Roseto. «Non siamo intervenuti sul mercato — continua Bartocci —, perché le sensazioni che dava la squadra, nonostante l’emergenza, erano ottime. Comunque la porta delle trattative non è chiusa, vediamo se ci sarà qualche mal di pancia nelle altre società». La stella del gruppo, Gelvis Solano, sta un po’ facendo fatica al tiro (44% da 2 e 17% da 3) ma la società è soddisfatta: «L’abbiamo preso perché è uno che ha almeno 20 punti nelle mani ma ci siamo resi conto che riesce anche a essere uomo squadra al 100% e sa come dare una mano ai compagni. Lui non si aspettava di trovare un torneo con così tanta fisicità e si sta adattando: sono sicuro che continuerà a migliorare».