Shopping sfrenato Antonella Questa in scena al San Sisto
Colognola, Antonella Questa stasera al teatro San Sisto
In ogni spettacolo indaga le famiglie, le donne «dolcemente complicate» e gli uomini, per tratteggiare lo spaccato di una società dove le relazioni sono messe in un angolo, per preferire l’acquisto di un iPhone X. Stasera, alle 21, sulle assi del teatro San Sisto a Colognola, Antonella Questa indosserà i panni di Cinzia, che «è un po’ me, un po’ tante di noi — dice l’attrice, raccontando lo spettacolo Un sacchetto d’amore —. È una donna che lavora e ha una famiglia ingombrante. È sposata con un uomo che ha due figli da un precedente matrimonio, ha una suocera invadente e una cognata che porta un cane in borsa, che non fa scendere quasi mai. Cinzia manca di una relazione con se stessa e con gli altri, ma anche gli altri, soprattutto la sua famiglia, hanno la stessa problematica». In scena la protagonista manifesta questa solitudine e mancanza di autostima con la malattia dello shopping compulsivo. Vive «il bisogno di afferrare un sacchetto alla cassa con qualcosa di nuovo dentro per provare goduria», dice Questa, sottolineando la parola «bisogno» con la voce, così da evidenziare che bisogno non è.
L’attrice personifica anche le dipendenze degli altri: il marito preso dal lavoro, con la scusa di dover pagare i conti, la cognata addicted per il cane e i social, la suocera con la tendenza a cucinare eccessivamente per i figli e a farsi passare malata per tenerli legati a sé dal senso di colpa. Un sacchetto d’amore parla di dipendenze affettive, anche denominate dipendenze comportamentali da non sostanza. In gioco non ci sono droga o alcol, ma un cane da tenere in borsa e trattare
come un figlio, il gioco d’azzardo, l’eccesso di lavoro, i telefonini, l’acquisto di mille borse, cosa che è successa all’attrice stessa per nascondere un malessere: la mancanza di autostima e di rapporti autentici. Colpita da quanto le accadeva e da ciò che vedeva attorno a sé, Questa ha iniziato a indagare la patologia delle dipendenze affettive, è stata in centri che aiutano le persone a uscirne, ha intervistato alcuni
La protagonista «Per combattere mancanza di autostima e solitudine Cinzia si butta sullo shopping»
di loro. Il risultato è la storia che mette in scena con Un sacchetto d’amore, perché «basterebbe quello per uscire dalla patologia — continua l’attrice —. Scavando si capisce che la famiglia non si basa su relazioni sane, ma malate. Una via d’uscita è nutrire la relazione con se stessi, che spesso arriva da una sana solitudine, occasione da sfruttare. Conoscendoci e amandoci, con difetti e limiti, automaticamente l’amore arriva». In ogni spettacolo l’attrice riflette con ironia diversi tipi di solitudine. La prossima sarà quella tra genitori e figli, a causa di un’educazione che reprime le emozioni e responsabilità.