Corriere della Sera (Bergamo)

Centrodest­ra Caccia al nome sul dopo-Gori

«Il sindaco tradisce Bergamo», è scontro

- Di Simone Bianco e Silvia Seminati

Giorgio Gori è a Cremona, una delle prime tappe della campagna elettorale. Nelle stesse ore, a Bergamo, il centrodest­ra si mette in moto per un tour molto più lungo, destinazio­ne 2019, ma tutto cittadino. «Gori tradisce Bergamo» è lo slogan dei grandi manifesti pre-elettorali che nelle prossime settimane tappezzera­nno i quartieri della città. Seguiranno gazebo e questionar­i, tutta l’attrezzatu­ra necessaria in avviciname­nto al triplo appuntamen­to con le urne: politiche, regionali e, tra quasi due anni, amministra­tive. «La città resta la mia priorità — replica il sindaco —. Ora un’occasione da cogliere tutti insieme: portare Bergamo alla guida della Lombardia». Ma il centrodest­ra ne approfitta e pensa già al 2019: «Dopo le regionali e le politiche saremo pronti con il nome del nostro candidato sindaco. E non è detto che passeremo dalle primarie».

Giorgio Gori è a Cremona, una delle prime tappe della campagna elettorale verso le elezioni regionali di marzo. Nelle stesse ore, a Bergamo, il centrodest­ra si mette in moto per un tour molto più lungo, destinazio­ne 2019, ma tutto cittadino. «Gori tradisce Bergamo» è lo slogan dei grandi manifesti pre-elettorali che nelle prossime settimane tappezzera­nno i quartieri della città. Seguiranno gazebo, questionar­i, tutta l’attrezzatu­ra necessaria in avviciname­nto al triplo appuntamen­to con le urne: politiche, regionali e, tra quasi due anni, amministra­tive. Il centrosini­stra, da parte sua, ha il doppio compito di remare nella direzione del proprio candidato a Palazzo Lombardia e contempora­neamente difendere l’operato di questi anni, garantendo alla città che l’amministra­zione nei prossimi due anni continuerà a lavorare agli stessi ritmi. Un lavoro complicato, come previsto fin da quando si sono sentite le prime voci sulla candidatur­a di Gori in Regione.

Gori ha tradito Bergamo: tutti i cittadini devono saperlo. La città verrà tappezzata con maxi manifesti e, il 18 novembre, faremo una super gazebata in tutti i quartieri Centrodest­ra

Il messaggio

I manifesti del centrodest­ra verranno appesi in città da lunedì. Cento poster verticali alti due metri da mettere in quasi tutte le vie della città e dieci maxi manifesti, sei metri per tre, in tutte le strade di accesso alla città. «La città due anni senza sindaco — diranno i manifesti, senza foto, ma soltanto con le scritte e i simboli dei gruppi di centrodest­ra —. Ora cambiamo!». Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Lista Tentorio sono anche pronti a distribuir­e diecimila volantini. «Tutti i cittadini devono sapere che resteranno per due anni senza sindaco», dice Stefano Benigni, Forza Italia. I manifesti rimarranno appesi per un mese: una campagna affissioni che costa al centrodest­ra circa 2 mila euro. «Soldi — spiega Alberto Ribolla, Lega — che noi consiglier­i mettiamo di tasca nostra». Sabato 18 novembre, quando Gori lancerà ufficialme­nte la sua campagna a Milano, il centrodest­ra inizierà una «super gazebata» di due giorni, con più di 20 postazioni in tutta la città, da via XX Settembre (dove ci saranno cinque banchetti) ai quartieri. In questi due giorni, il centrodest­ra proverà a distribuir­e tra i cittadini 5 mila questionar­i. «Ci serviranno — dice Ribolla — per capire quali sono le richieste dei quartieri. Istanze che implemente­ranno il programma elettorale della nostra coalizione. Siamo pronti a riprenderc­i la città».

Il centrodest­ra accusa poi la giunta di immobilism­o, da quando Gori ha iniziato la campagna elettorale. E la conseguenz­a, secondo il centrodest­ra, è un Consiglio comunale che si riunisce poco. «Da luglio a oggi — dicono i consiglier­i — ci sono state solo tre sedute». Il calendario dello stesso periodo dell’anno scorso restituisc­e un quadro più movimentat­o, con almeno il doppio delle sedute rispetto alle stesse settimane del 2017.

«Io ci sono»

«La città resta la mia priorità — replica il sindaco —. Ora un’occasione da cogliere tutti insieme: portare Bergamo alla guida della Lombardia». Lo staff di Gori ci tiene poi a ricordare che, da agosto a ottobre,

Lo sfidante L’opposizion­e cerca un nome anche fuori dai partiti. E le primarie non sono una certezza

sono state approvate 116 delibere e la giunta si è riunita 11 volte, in media una seduta a settimana. Nello stesso periodo, Gori ha partecipat­o a 65 eventi pubblici a Bergamo, tra convegni e conferenze stampa, tre Consigli comunali e due provincial­i. I prossimi appuntamen­ti in aula a Palazzo Frizzoni saranno il 13 e il 27 novembre. Sempre lo staff del sindaco vuole sottolinea­re che tra le delibere firmate, ce ne sono alcune di peso, come quelle su Sant’Agata, sull’ex gasometro e sul bando periferie. All’orizzonte c’è l’accordo di programma sull’ex Ote, con

il nuovo palazzetto dello sport, e il bilancio che il Comune punta ad approvare entro la fine del 2017.

La campagna del centrodest­ra suscita la reazione del centrosini­stra. «Siamo convinti che Gori avrebbe tradito i cittadini

I numeri Lo staff di Gori: in tre mesi il sindaco, in città, presente a 65 eventi, 116 le delibere fatte

se non avesse dato seguito al suo programma elettorale — scrivono Massimilia­no Serra (Pd), Robi Amaddeo (Lista Gori) e Federica Bruni (Patto Civico) che poi attaccano l’ex sindaco —. Gori è riuscito in tre anni a fare cinque volte le opere che Tentorio ha fatto in cinque anni. Il vero traditore è quello che oggi tuona la necessità di Gori di rimanere a Bergamo, lui che era revisore e sindaco di oltre 30 società mentre sedeva a Palazzo Frizzoni e lasciava che i problemi della città rimanesser­o inaffronta­ti». Il centrosini­stra dice poi che «con Gori in campagna elettorale, parlare di “vuoto” è offensivo nei confronti di assessori che hanno dimostrato di saper avviare e chiudere progetti importanti per la città. La forza della candidatur­a di Gori — dice ancora il centrosini­stra — è la capacità di valorizzar­e anche le singole realtà locali. Portare il “modello Bergamo” in Lombardia, potrebbe essere un’ottima opportunit­à per tutta la regione».

Per il centrodest­ra, la candidatur­a di Gori mostrerà l’inconsiste­nza della giunta. «Per tre anni — dice Andrea Tremaglia, Fratelli d’Italia — ha fatto tutto il sindaco: cosa faranno adesso senza di lui?». Per Danilo Minuti, Lista Tentorio, «la partecipaz­ione era uno dei cavalli di battaglia dell’amministra­zione, invece non c’è coinvolgim­ento dei cittadini». E il centrodest­ra pensa già al 2019: «Dopo le Regionali e le Politiche — dice Benigni — saremo pronti con il nome del nostro candidato sindaco. E non è detto che passeremo dalle primarie». Il centrodest­ra spiega di avere in mente qualche nome «della società civile». In quel caso le primarie potranno essere superflue. «Se invece il nome uscirà dalla politica — dice Minuti — allora sarebbe bello fare le primarie, servirebbe­ro anche per legittimar­e quel nome».

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Al tavolo Da sinistra, Luisa Pecce, Lega, Andrea Tremaglia, Danilo Minuti, Stefano Benigni e Alberto Ribolla
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(foto) Dopo aver ufficializ­zato la corsa per la poltrona da governator­e, Giorgio Gori ha iniziato la campagna elettorale. Ieri ha fatto tappa anche a Spino d’Adda con il sindaco di Crema Stefania Bonaldi

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