Corriere della Sera (Bergamo)

Mastrovito e il red carpet da regista

Al festival del cinema di Roma con i suoi vampiri: «Più che un film, un’opera d’arte»

- Di Federico Fumagalli

Andrea Mastrovito ( foto) ha presentato al festival del cinema di Roma il suo «Nysferatu»: 67 minuti di animazione in bianco e nero, senza parole ma con le didascalie del cinema muto e molta musica. L’artista bergamasco, trapiantat­o a New York, debutta così nei panni di regista: «La considero una mia opera artistica, più che un film», dice. Nei 35 mila disegni vampiri e richiami costanti all’attualità.

È nato un artista? No. Andrea Mastrovito, artista lo è già da tempo. E con successo, conquistat­o da una parte e dall’altra dell’oceano. Oltre seimila, ispiratiss­imi chilometri in linea d’aria tra Bergamo, dove è nato nel 1978, e New York, dove abita e lavora. Se il mito del sogno americano ancora esiste, Mastrovito l’ha preso alla lettera, tanto da assumersi la paternità di un film a disegni animati, «Nysferatu-Simphony of a Century», ambiziosis­simo per forma e contenuto. Se ne è accorta con merito la Festa del Cinema di Roma, che ieri l’ha ospitato nella sezione Eventi Speciali. Il titolo è la magica fusione tra le iniziali della metropoli statuniten­se e il protagonis­ta, Nosferatu il vampiro: personaggi­o icona del cinema, addì 1922 con l’omonimo capolavoro di Friedrich W. Murnau, ante sonoro e post «Dracula» di Bram Stoker.

Per il suo primo lungometra­ggio, Mastrovito ha scelto 67 minuti di animazione in bianco e nero, senza parole ma con le didascalie del cinema muto e molta musica (originale, composta da Simone Giuliani). Il risultato è qualcosa che va ben oltre la consuetudi­ne. «La considero una mia opera artistica, più che un film», dice il regista. E forse ha ragione. Zeppo com’è il suo «Nysferatu» di cultura visiva, letteraria, cinematogr­afica. Con forti (forse troppi o troppo espliciti, comunque ammirevoli) richiami alla cronaca dei giorni nostri (la guerra in Siria, i migranti e la paura del diverso, la crisi economica frutto di ardite speculazio­ni immobiliar­i). Genesi complicata, durata tre anni e circa 35 mila disegni, realizzati da Mastrovito con una squadra di dodici assistenti, matita alla mano. L’atto del «disegnare — spiega l’autore — rappresent­a il passaggio primario da un’idea alla realtà, e sta alla base del lavoro di ogni artista. I miei disegni sono strumenti d’indagine». Sul mondo contempora­neo e le sue paure: «Il vampiro del film è come l’Isis. La Siria, dove è immaginata parte dell’azione, vale oggi la Transilvan­ia ai confini del mondo, di cui Stoker scriveva a fine Ottocento», continua Mastrovito. Il progetto ha un’anima cosmopolit­a. «Alla sceneggiat­ura hanno contribuit­o diverse comunità di migranti (cinesi, messicani, ucraini e vietnamiti, ndr) che vivono a New York», racconta Micaela Martegani, fondatrice a N.Y. di More Art, l’organizzaz­ione no profit che ha prodotto il film: «È stata una sfida — prosegue —. Sembrava impossibil­e ma l’idea di Andrea era talmente favolosa da doverla per forza mettere in pratica». Tra così tante ispirazion­i, multietnic­he e multicultu­rali, così tanta America («Bgsferatu non suonava bene», scherza Mastrovito), Bergamo natia è stata comunque uno snodo cruciale. Sono bergamasch­i molti dei giovani disegnator­i (tutti under 30, di scuola Carrara), così come Marco Marcassoli e la sua «Yanzi», che ha curato il montaggio. Tra i main sponsor anche Fondazione Percassi di Antonio, presidente dell’Atalanta, squadra di cui Mastrovito è tifosissim­o: «Un supporto fondamenta­le. Senza non ce l’avremmo mai fatta». Per la proiezione ufficiale di «Nysferatu», la Festa del Cinema diretta da Antonio Monda, che chiude domani i battenti della sua 12esima edizione, ha scelto la formula dell’accompagna­mento dal vivo, voce e pianoforte, all’Auditorium Parco della Musica firmato Renzo Piano. Suggestiva operazione vecchio stile, per un’opera di modernità straordina­ria che strizza l’occhio al passato. Agli anni d’oro del muto e del cinema tutto, inteso come arte chiave del XX secolo. Certo, non il solito film di vampiri (sarà per questo che ancora non ha una distribuzi­one in sala?). Nonostante Andrea Mastrovito continui a schernirsi («Non so se “Nysferatu” sia un film»), forse, è nato un regista.

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 ??  ?? Red carpet Andrea Mastrovito, classe 1978, ieri alla festival del cinema di Roma dove è stato proiettato in anteprima europea il suo film «NysferatuS­imphony of a Century». A destra e sopra, alcuni fotogrammi tratti dal lungometra­ggio creato a New York
Red carpet Andrea Mastrovito, classe 1978, ieri alla festival del cinema di Roma dove è stato proiettato in anteprima europea il suo film «NysferatuS­imphony of a Century». A destra e sopra, alcuni fotogrammi tratti dal lungometra­ggio creato a New York
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