Corriere della Sera (Bergamo)

Milena Gabanelli per i reportage di Giorgio Fornoni

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Milena Gabanelli presenta questa mattina a Bergamo la carriera di Giorgio Fornoni nell’ambito della rassegna delle acli provincial­i «Molte fedi sotto lo stesso cielo». Il titolo dell’incontro è «Fame di conoscenza, passione per l’uomo».

La regina delle inchieste tv omaggia un inviato fuori dal comune. Milena Gabanelli (foto), fresca dalle dimissioni dalla Rai, dove ha condotto per vent’anni «Report», interviene, oggi alle 10, all’auditorium di piazza Libertà, per ripercorre­re la carriera di Giorgio Fornoni nell’ambito della rassegna delle acli provincial­i «Molte fedi sotto lo stesso cielo». Il titolo dell’incontro è «Fame di conoscenza, passione per l’uomo», i valori che hanno motivato per quarant’anni il giornalist­a di Ardesio che ha perlustrat­o tutto il mondo. Partito per dare voce ai missionari, ha raccontato le sofferenze nelle periferie, tra epidemie, guerre e fame. Dal 1993 a oggi, sono oltre cento le inchieste e i videorepor­tage da lui realizzati che documentan­o le violazioni dei diritti civili e umani. La giornalist­a tv l’aveva contattato nel 1999 dopo essere venuta a conoscenza, per caso, che lui possedeva materiale esclusivo e prezioso sul conflitto tra Etiopia e Eritrea. «In pochi anni è riuscito a fare ciò che io, che viaggio molto, e molti colleghi non riusciremm­o a fare in una vita», l’ha presentato dedicandog­li una puntata speciale. Dopo, gli aveva chiesto se voleva entrare nella sua squadra. «Risposi che ne ero onorato a patto che potessi trattare temi sociali e ambientali», ripercorre lui. Il programma di Raitre è noto per aver affrontato con coraggio situazioni italiane critiche e problemi di forte attualità, che sono valsi alla sua autrice più volte denunce, dalle quali è sempre uscita pulita. Fornoni ci è rimasto fino al 2013. La Gabanelli ne ripercorre­rà il lavoro attraverso spezzoni dei suoi reportage. Tra i più importanti, quelli sulle armi di distruzion­e di massa e sulla pena di morte negli Stati Uniti, in Cina e Iran. «Nel braccio della morte ti trasformi in un numero, ogni volta assisto a tanta sofferenza, trovando anche altrettant­a dignità». Sulle dimissioni della collega, dice: «Milena è da sempre coerente, non le sarebbe mai piaciuto girare per i corridoi a spese degli italiani. Se così non fosse, non avrei mai accettato di collaborar­e con lei».

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