Maxisequestro di pesce destinato ai locali etnici
Pesce rampicante del Pacifico, pesce siluro, pesce gatto, ghiozzo indopacifico, alosa asiatica e gamberi blu, grandi e costosi, allevati in Vietnam e Cambogia. C’è di tutto, nelle 39 tonnellate di pesce (congelato) sequestrato dagli ispettori della Guardia costiera di Venezia, in collaborazione con i veterinari e i tecnici dell’Ats. Dodici ore di controlli, a 30 gradi sotto zero, in un magazzino in provincia di Bergamo, al termine delle quali sono scattati il sequestro amministrativo della merce e la sospensione temporanea della licenza alla società di gestione. Che riceverà sanzioni per 50.000 euro, anche per qualche problema igienico rilevato dall’Ats. Ma il motivo del sequestro è nelle etichette. Il pesce arriva dal Sud - Est asiatico, e questo è scritto, manca però l’indicazione del corpo idrico, cioè del fiume, del lago, del bacino di allevamento dei pesci. Sembra un dettaglio, ma le regole europee richiedono che la tracciabilità sia completa per essere certi, tanto per fare un esempio, che il pesce non arrivi da bacini inquinati. Vale per le importazioni, così come per le esportazioni. La merce era destinata a ristoranti etnici, per lo più, anche perché il «rampicante» e il gambero blu non sono da cucina italiana tradizionale. In ogni caso, non è finita nei supermercati. La Guardia costiera è arrivata a Bergamo partendo da Genova e Savona. Da una segnalazione dei colleghi, che avevano rilevato gli stessi problemi di etichettatura in locali etnici. Sono risaliti all’importatore, dal mare a Bergamo.