Il mesto ritorno dei tifosi tra hostess rubacuori, birra e pizze maldigerite
L’attesa allo scalo di Larnaca dopo il pareggio beffa
I tifosi atalantini al Gsp Stadium di Nicosia giovedì sera
settore Nord del Gsp Stadium, erano già in ghiaccio. Di più: le gabbiette metalliche erano scartate. Il tappo però è rimasto strozzato nel collo delle magnum. E i tifosi sono stati costretti ad abbeverarsi da bottigliette di acqua. Niente caviale, ma tranci di pizza serviti in uno dei bistrot. Pure cari. «Cinque euro, che ladri», esclama in dialetto un curvaiolo che spera di
digerire almeno la mozzarella cipriota perché quel pareggio ruminerà a lungo nel suo stomaco. «Magari con il Papu…», abbozza una signora di mezza età invocando l’argentino infortunato. C’è chi discute sul responsabile del gol subìto. Gli indagati sono Masiello e Hateboer, ma la giuria sulle poltroncine del gate 16 non riesce ad arrivare a sentenza. Vengono elencate le classifiche dei gironi alla ricerca del potenziale avversario nei sedicesimi. Poi interviene il signor Marco: «Calma, so che manca poco, ma prima qualifichiamoci».
Si tenta di sviare il discorso, si abbozzano dei sorrisi, ma scompaiono subito dopo. Allora si cerca di conquistare le hostess. «Se rinasco vorrei farlo qui per incontrarti ogni giorno», le parole poetiche di un ragazzo in un inglese zoppicante e maccheronico per fare colpo su una dipendente della Swiss Air. Il tentativo non va a buon fine. Il mix delusione più stanchezza con la prospettiva di un volo di tre ore e l’atterraggio in piena notte è letale. Parte un coro, ma la fede calcistica non c’entra: la strofa è per uno degli ottocento che si offre alla hostess rubacuori di parlare (in italiano) allo speaker per chiedere a tre ritardatari di affrettarsi. Altrimenti il rischio è di rimanere a Cipro. Una possibilità che almeno fino al 93’ avrebbero considerato.