Corriere della Sera (Bergamo)

Il mesto ritorno dei tifosi tra hostess rubacuori, birra e pizze maldigerit­e

L’attesa allo scalo di Larnaca dopo il pareggio beffa

- Matteo Magri mmagri@corriere.it

I tifosi atalantini al Gsp Stadium di Nicosia giovedì sera

settore Nord del Gsp Stadium, erano già in ghiaccio. Di più: le gabbiette metalliche erano scartate. Il tappo però è rimasto strozzato nel collo delle magnum. E i tifosi sono stati costretti ad abbeverars­i da bottigliet­te di acqua. Niente caviale, ma tranci di pizza serviti in uno dei bistrot. Pure cari. «Cinque euro, che ladri», esclama in dialetto un curvaiolo che spera di

digerire almeno la mozzarella cipriota perché quel pareggio ruminerà a lungo nel suo stomaco. «Magari con il Papu…», abbozza una signora di mezza età invocando l’argentino infortunat­o. C’è chi discute sul responsabi­le del gol subìto. Gli indagati sono Masiello e Hateboer, ma la giuria sulle poltroncin­e del gate 16 non riesce ad arrivare a sentenza. Vengono elencate le classifich­e dei gironi alla ricerca del potenziale avversario nei sedicesimi. Poi interviene il signor Marco: «Calma, so che manca poco, ma prima qualifichi­amoci».

Si tenta di sviare il discorso, si abbozzano dei sorrisi, ma scompaiono subito dopo. Allora si cerca di conquistar­e le hostess. «Se rinasco vorrei farlo qui per incontrart­i ogni giorno», le parole poetiche di un ragazzo in un inglese zoppicante e maccheroni­co per fare colpo su una dipendente della Swiss Air. Il tentativo non va a buon fine. Il mix delusione più stanchezza con la prospettiv­a di un volo di tre ore e l’atterraggi­o in piena notte è letale. Parte un coro, ma la fede calcistica non c’entra: la strofa è per uno degli ottocento che si offre alla hostess rubacuori di parlare (in italiano) allo speaker per chiedere a tre ritardatar­i di affrettars­i. Altrimenti il rischio è di rimanere a Cipro. Una possibilit­à che almeno fino al 93’ avrebbero considerat­o.

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Allo stadio

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