Corriere della Sera (Bergamo)

Sara, maratoneta per caso Sesto posto a NY

Sara Dossena, dagli inizi sulle strade di Clusone al sesto posto a New York dove ha corso la prima maratona in carriera. Il dubbio per le Olimpiadi 2020 a Tokyo

- Roberto Amaglio

Quella di domenica a New York non è stata una maratona come tutte le altre. Non solo per la sfilata degli oltre 50 mila partecipan­ti contro il terrorismo: da un punto di vista agonistico, dopo 40 anni gli statuniten­si hanno potuto rivedere sul gradino più alto del podio una loro connaziona­le (Shalan Flanagan); mentre noi bergamasch­i abbiamo potuto brindare per la grande prestazion­e di Sara Dossena. L’atleta clusonese, da anni ormai una delle migliori specialist­e del Triathlon, al suo primo test sulla distanza dei 42,195 km ha ottenuto un prestigios­o sesto posto, chiudendo la sua fatica in 2 ore, 29 minuti e 39 secondi, a soli due minuti e mezzo dalla trionfatri­ce di giornata.

«Ora posso dire di essere una maratoneta — ha affermato la portacolor­i del Laguna Running subito dopo il traguardo —. Essendo la prima gara su questa distanza, non avrei mai pensato né di chiudere sotto le 2 ore e mezza, né tantomeno di entrare tra le prime dieci». Che sia una prova di forza lo testimonia il fatto che nelle precedenti 47 edizioni della maratona della Grande Mela, solo sette volte le atlete italiane sono riuscite a fare meglio di Sara da un punto di vista cronometri­co: l’ultima è stata nel 2013 la specialist­a Valeria Straneo, che ha artigliato il quinto posto con il tempo di 2h, 28’ e 22”. E, quest’anno, solo Catherine Bertone a Francofort­e è stata in grado di tagliare il traguardo in minor tempo.

Insomma, il 2017 si sta chiudendo nel migliore dei modi per l’atleta nata a Clusone il 21 novembre 1984 che, in questi undici mesi, si è portata a casa i titoli italiani nel Duathlon Sprint, nel Duathlon classico, nel Triathlon olimpico no draft a Iseo, l’alloro tricolore nei 10mila metri e le due ottime performanc­e nelle mezze maratona di Genova (1h,11 e 54”) e Lugano (1h,10’ e 38”), oltre al recente exploit a New York.

Ma, soprattutt­o, il 2017 ha dato a Sara Dossena la certezza di poter scegliere a suo piacimento il suo futuro da atleta: scartata l’ipotesi di puntare sul Triathlon olimpico («la frazione a nuoto è per me troppo penalizzan­te», ha sempre dichiarato l’atleta), l’idea era quella di diventare una delle specialist­e dell’Ironman. Tuttavia, le ultime prestazion­i nel suo vecchio amore, l’atletica, potrebbero convincere la ragazza che ora vive a Gallarate a tornare sui suoi passi e ritagliars­i un posto al sole anche nelle prove su strada.

«Non so ancora cosa farò nel 2018 — aveva detto Sara Dossena prima della partenza per New York —. Per me questo è un test per vedere cosa posso fare su questa distanza. In futuro vedremo, anche se non rinuncerò al triathlon: nuoto e bicicletta fanno ormai parte della mia vita».

Certo è che, dopo i tanti problemi fisici che la costrinser­o ad accantonar­e l’atletica dal 2007 al 2010, per la prima volta Sara sembra aver ritrovato le sensazioni giuste con le scarpe da corsa ai piedi. Tanto che ora si può riaprire un sogno che sembrava dover essere accantonat­o: le Olimpiadi di Tokyo 2020, per Sara, potrebbero diventare il prossimo grande obiettivo da inseguire.

Carriera La 32enne è una delle specialist­e italiane più vincenti nel triathlon Prima della gara «È un test per capire cosa posso fare su questa distanza» Esame superato

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Grinta Sara Dossena impegnata domenica nella maratona di New York

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