Donizetti Opera nel nome di Maria Callas
Una mostra dedicata a Maria Callas. E poi notte bianca, dj set, aperitivi e due capolavori del compositore: Pigmalione e Il borgomastro di Saardam
«Sui fondali le proiezioni di incisioni di Giacomo Quarenghi per disegnare un’operosa Saardam, che è Bergamo. Le mura venete saranno i bastioni marittimi», racconta Francesco Micheli, anticipando l’intuizione di Davide Ferrario. Il regista bergamasco, al debutto nell’opera, sovrappone la nostra città a quella russa, per «Il borgomastro di Saardam». Titolo donizettiano, mercoledì 22 novembre aprirà il Donizetti Opera, in scena sino al 4 dicembre, anticipato da aperitivi e prove aperte a partire da martedì prossimo. Per palco città alta. «Benché il festival donizettiano trovi spazio al Sociale, farà rivivere il borgo antico coinvolgendo diversi luoghi con opere sconosciute, una mostra sulla Callas, concerti, la Notte bianca», dice l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti, snocciolando alcuni numeri: i contributi erogati dal Fondo Unico per lo Spettacolo sono passati da 540 mila euro dello scorso anno a 582 mila euro, a cui si sommano i circa 200 mila euro donati dai privati con Art bonus, in primis Ubi Banca.
Francesco Micheli delinea dei tracciati per descrivere la trama del festival, uno è il progetto #donizetti200: la rappresentazione, ogni anno, di un titolo che compie duecento anni. Questa è la volta di «Pigmalione», debutto operistico del giovane Gaetano. Il titolo è accoppiato a «Che originali!» di Mayr, per sottolineare il passaggio di testimone tra maestro e allievo. L’esito è un dittico, in cui «Pigmalione sarà sempre in scena, come filo conduttore di un’unica storia. Lo spettatore non si renderà conto che sono due opere, che raccontano sentimenti attuali», anticipa il regista Roberto Catalano. Altro tracciato è l’orgoglio bergamasco esportato nel mondo, riscoperto in Donizetti e legato a Quarenghi da Il borgomastro, dedicato a Pietro il Grande. «Cerco di raccontare la storia in modo chiaro. Se nel cinema basta un primo piano per emozionare, qui sarà un insieme di immagini», dice il regista Ferrario, attento alla recitazione. «A volte i cantanti cantano dimenticandosi di essere attori», aggiunge. Terzo filone le collaborazioni. Quella con l’Accademia della Scala, che fornisce l’orchestra per il dittico e la mostra «Sempre libera. Maria Callas à la Scala». Allestita dal 25 novembre al 9 gennaio a Palazzo della
Il progetto Con #donizetti200 si vuole rappresentare ogni anno un titolo che compie 200 anni
Ragione, omaggia la Divina a quarant’anni dalla morte. In esposizione i costumi di Elisabetta nel don Carlo, di Amina in La Sonnambula, Violetta in La traviata firmata da Luchino Visconti, di Ifigenia e Anna Bolena. Il festival è la lunga festa di compleanno di Donizetti, il cui Dies Natalis è festeggiato in Santa Maria Maggiore il 29 novembre con la Messa da Requiem diretta da Corrado Rovaris. Il giorno dopo sarà «200 di questi giorni»: Notte bianca organizzata dalla Comunità delle Botteghe di Città alta. E sarà festa per le strade con musica sino alle 23, street food con piatti donizettiani e luci natalizie accese prima per l’occasione. In calendario anche il Pygmalion di Rousseau letto dall’antropologo Marc Augé, il concerto del tenore Diego Juan Flórez, aperitivi, prove aperte, anteprima under 30, iniziative come Fatti bello per l’opera, ossia taglio di capelli gratis da Crispi Up presentando il biglietto degli spettacoli. È il Donizetti opera, bellezza!