Industria 4.0 «L’innovazione qui è diffusa»
Il secondo significato riguarda la «piazza»: non possiamo parlare di queste cose in circoli esclusivi e lasciare la piazza al populismo parareferendario, localistico, ignorante. La cultura deve arrivare a tutti, come nei «festival». Nessuno mette in discussione l’efficienza e la flessibilità dimostrata dal nostro territorio bergamasco, secondo in classifica tra le aree più industriali di Europa. Tuttavia la necessità di introdurre elementi d’innovazione spinge la città, appunto, a iniettare molecole culturali per facilitare il cambiamento. La strada in realtà è segnata. Tra BergamoScienza che ha rivoluzionato il modo di fare cultura nella nostra città e le giornate Donizettiane, che hanno portato l’Opera fuori dalle stantie camere teatrali, ecco la cultura della città aprirsi al manifatturiero, portando un contributo di creatività che serve quindi a innovare. Città che ha focolai d’ innovazione: i ragazzi del Talent Garden sotto la sede della Ubi così come quelli che si occupano di digitale in Ubi stessa. Le attività del BergamoScience Center che sviluppa la comunità del festival scientifico. L’icona della innovazione tecnologica che è il Kilometro Rosso e il centro tecnologico creato a Dalmine intorno alla facoltà di ingegneria. Ben vengano anche due o più Digital Hub se hanno proposte e contenuti diversi, alla faccia delle polemiche giornalistiche un po’ tanto provinciali. La finalità? Interrogarsi sull’identità di Bergamo nel futuro, il suo posizionamento strategico: vecchio museo o moltiplicatore rinascimentale di valori di qualità, bellezza, conoscenza e quindi capace di minori differenze sociali?