Ubi, Consob parte civile Bankitalia sta alla finestra
Prima udienza preliminare per 30 imputati, più Ubi Banca come persona giuridica. La Procura contesta patti occulti per garantirsi il controllo degli organi bancari. È stato il giorno delle parti civili. La Consob si è costituita, mentre Bankitalia per ora no, ma può farlo a dibattimento. Nessuno degli imputati ha chiesto riti alternativi, ma è possibile farlo nelle prossime udienze. Qualcuno ha anticipato che parlerà.
L’aula della Corte d’assise è stipata di avvocati, una settantina per 30 imputati più la banca come persona giuridica. L’udienza preliminare (lì in via eccezionale) per Ubi Banca si apre con la costituzione delle parti civili. Sarà il giudice Ilaria Sanesi a decidere chi ammettere, il 1° dicembre. Intanto, c’è chi è rimasto alla finestra.
Bankitalia, che come Consob è l’autorità di vigilanza a cui — contestano il procuratore Walter Mapelli e il sostituto Fabio Pelosi — sono stati nascosti i patti tra la derivazione bergamasca e quella bresciana di Ubi, per governare organi e partecipate. Ma, a differenza della Consob, non si è fatta avanti per chiedere i danni. Potrà ancora farlo, a un eventuale dibattimento. Non si è costituito parte civile nemmeno Andrea Resti, presidente della lista «Ubi, banca popolare!» che nell’ottica accusatoria sarebbe stato danneggiato dalla illecita mobilitazione di voti a favore della «Lista 1» del presidente del Consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio, nell’assemblea dell’aprile 2013. In termini di contestazione è l’illecita influenza nell’assemblea. «No comment» di Resti, che avrebbe scelto di smarcarsi da possibili polemiche su una richiesta di risarcimento. Della sua lista si sono invece costituiti Doriano Bendotti, Luca Cividini, Dorino Agliardi e Marco Gallarati.
Non si è costituita nemmeno l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, individuata dalla procura come parte offesa. L’ha fatto l’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari), non indicata dal pm perché questa inchiesta riguarda presunte manovre dei piani alti e non da sportello. Chiede i danni anche Giorgio Jannone (avrebbe stupito se non l’avesse fatto, vista la sua mobilitazione a suon di esposti) come socio e come presentatore della lista «Ubi Banca - Ci siamo» in lizza per l’ase semblea 2013. «Siamo solo alla punta dell’iceberg — commenta a margine dell’udienza —. Il loro obiettivo era prendere il potere in assemblea, sono arrivato io e ho scardinato tutto». Della sua lista si costituiscono anche Stefano Vedovato (dipendente IW Bank), Luciano Franceschetto Piero Bertolotto. C’è cautela a scoprire le carte, anche perché le udienze saranno numerose. Ci vorranno mesi, è probabile. Alcuni imputati parleranno, hanno anticipato. Nessuno si è fatto avanti alla richiesta esplorativa del giudice sulla scelta di riti alternativi. Non è comunque la strategia difensiva prevalente. Per l’ostacolo alle funzioni di vigilanza sono imputati Andrea Moltrasio, il vice Mario Cera, Franco Polotti (ex presidente Cdg), Victor Massiah come consigliere delegato, Giovanni Bazoli, Francesca Bazoli, Enrico Minelli, Flavio Pizzini, Federico Manzoni, Pierpaolo Camadini, Emilio Zanetti, Giuseppe Calvi, Italo Lucchini, Armando Santus, Mario Mazzoleni e Carlo Garavaglia. Per illecita influenza sull’assemblea Zanetti, Bazoli, Italo Folonari, Massiah, Moltrasio, il vice direttore generale di Ubi Ettore Medda e il direttore di Ubi Commercio e Industria Marco Mandelli, i responsabili per la gestione del libro soci Giuseppe Sciarrotta e Guido Marchesi, la responsabile della raccolta deleghe di voto Gemma Maria Baglioni, il referente per le operazioni assembleari Enrico Invernizzi, Antonella Bardoni
Consob Si è costituita parte civile e ricorre contro la sanzione annullata dalla corte d’appello Le liste Chiedono i danni 3 candidati della lista di Jannone e 4 di quella di Resti (ma lui no)
e Angelo Ondei, direttrice del Consorzio fidi dell’Associazione artigiani ed ex presidente Confiab, l’ex presidente della Compagnia delle Opere Rossano Breno, Matteo Brivio, sempre della Cdo, l’ex direttore dell’Eco di Bergamo Ettore Ongis, l’ex consigliere comunale di Forza Italia Stefano Lorenzi e il coordinatore cittadino e avvocato Giovanni D’Aloia.
Penale e civile sono due binari paralleli, ma il primo qualche conto lo dovrà fare con il secondo. La corte civile d’appello ha annullato la sanzione di Consob da 895.000 euro a 19 componenti del Consiglio di sorveglianza: «Ubi informò sulle regole». Ora Consob ricorre in Cassazione.